Sono partiti a Ostia i primi lavori di ripascimento sulla spiaggia di Levante, in un breve tratto compreso tra la Nuova Pineta a la Pinetina. L’intervento, gestito dal X...
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Contestualmente sempre al Canale dei Pescatori è al lavoro una piccola draga per liberare e disostruire la foce dalla sabbia che si accumula regolarmente, aspirandola e rigettandola in mare. Si tratta di azioni di difesa della costa importanti per i balneari e i pescatori che potrebbero tuttavia essere messe in pericolo dall’allerta meteo lanciata dalla Protezione Civile per le prossime ore. Previsti fino a domani, infatti, venti forti di burrasca e mareggiate. Le condizioni del tempo sfavorevoli hanno rinviato ancora l’altro ripascimento, quello più esteso, finanziato per 400 mila euro e coordinato direttamente dalla Regione Lazio. La draga è in attesa di partire da Salerno alla volta di Ostia, mentre i tubi da collegare al mezzo sono già arrivati e posizionati sulle spiagge di Levante, quelle in assoluto più danneggiate dall’erosione dello scorso anno e delle ultime settimane.
Il mare in tempesta non solo ha distrutto le strutture di alcuni stabilimenti balneari, ma ha soprattutto ha messo in pericolo un tratto di strada. Il lungomare è stato lambito dall’acqua, mettendo a rischio la massicciata. L’operazione, definita “ripascimento morbido”, consiste nell’aspirazione di circa 11 mila metri cubi di sabbia che verrà prelevata dai fondali depositata sulla costa. L’obiettivo è proteggere la battigia per circa 400 metri, compresi tra la rotonda e il Canale dei Pescatori, restituendo circa 10 metri di spiaggia, portati via dalle mareggiate. Intanto c’è chi solleva dubbi sull’effettiva efficacia dei risultati di entrambi gli interventi.
«Senza adeguate barriere di protezione – dicono alcuni pescatori – temiamo che questi sforzi, anche economici, possano risultare vani. Il rischio è che tra qualche mese la situazione possa essere la stessa di quella attuale». Ne è consapevole la presidente Di Pillo. «L’erosione va affrontata con studi scientifici ed in modo organico per tutta la costa laziale – dice - l’esperienza maturata a Ostia dimostra che ogni intervento realizzato in strutture rigide senza una visione complessiva del problema, non fa altro che spostare il punto di erosione verso sud. A questo si associa il mancato apporto dei sedimenti provenienti del fiume Tevere trattenuti dagli sbarramenti a monte. Sollecitiamo da tempo la Regione – conclude - per un intervento di consolidamento delle scogliere alla foce del fiume per l’incolumità pubblica degli abitanti dell’Idroscalo». A chiedere interventi più efficaci sono anche i balneari che hanno subito enormi danni. «Le soluzioni tampone vanno bene – dicono – ci servono per riuscire a salvare la stagione, ma occorre anche programmare operazioni di medio e lungo termine per evitare di affrontare le stesse emergenze ogni anno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero