«Nessun coinvolgimento dell'assessore Droghei nelle gare del Municipio»

«Nessun coinvolgimento dell'assessore Droghei nelle gare del Municipio»
Le vicende legate alla gestione dei bandi pubblici nell'assistenza dei bambini disabili e del possibile risarcimento conseguente ad errori nelle procedure seguite dal X...

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Le vicende legate alla gestione dei bandi pubblici nell'assistenza dei bambini disabili e del possibile risarcimento conseguente ad errori nelle procedure seguite dal X Municipio per le assegnazioni, non registrano responsabilità nella persona dell'allora assessore municipale ai Servizi Sociali, Emanuela Droghei. E' quanto emerge dagli atti amministrativi e sottolineano l'ex amministratrice ed i suoi avvocati, Nunzio Roberto Valenza e Roberto Zambrotti. La complessa vicenda relativa alle gare d'appalto sugli educatori scolastici AEC e agli interventi del Tar dopo il ricorso delle ditte escluse, non ha fatto emergere responsabilità dirette o indirette da parte dell'ex amministratrice locale.


Più dettagliatamente, «la signora Droghei non ha subito alcun avviso di garanzia o altra comunicazione circa il suo coinvolgimento in indagini penali e non è destinataria di alcuna richiesta di danni in materia civile o amministrativa». E non poteva essere altrimenti, considerato che «Droghei, in qualità di Assessore alle Politiche sociali del Municipio Roma 10, non ha alcuna responsabilità circa le gare indette, le procedure scelte, le graduatorie redatte in alcuno dei bandi/appalti pubblicati e/o assegnati dal Municipio stesso». L'Assessore, infatti, «ha il potere/dovere di dare le indicazioni politiche all'amministrazione in coerenza con quanto stabilito dalla Presidenza del Municipio, dalla Giunta e dal Consiglio Municipale: non ha potere di indire gare che vengono, invece, bandite dagli uffici amministrativi». Questo perchè «l'affidamento dei servizi pubblici avviene tramite procedure definite dalla legge che non possono essere modificate a piacimento da questo o quell'assessore, come non possono essere modificate le graduatorie e le condizioni di svolgimento dei servizi affidati a privati».


Peraltro, «né il Tar né altre Autorità giudiziarie hanno emanato pronunce di alcun genere nei confronti della signora Droghei». «Quanto alla sentenza del Tar, citata a sproposito per contestare alla signora Droghei reati e condotte criminali - spiegano gli interessati - essa non si occupa affatto delle decisioni politiche del Municipio e, dove precisa le responsabilità dell'eccesso di potere per cui ha annullato le assegnazioni dei servizi AEC, lo fa riferendosi ad una serie di uffici e di atti ai quali la signora Droghei è del tutto estranea». Quanto alla mancata impugnativa della sentenza del Tar, la drastica riduzione dei servizi sociali e il mancato finanziamento di progetti, «si deve chiarire che dal 7 aprile 2015 la Droghei non ha più alcuna responsabilità politica: infatti in quella data si dimetteva il Presidente del Municipio e per legge decadeva tutta la giunta, compresa la signora Droghei». «Nessuna Autorità amministrativa, successivamente intervenuta ad occuparsi di servizi sociali nel Municipio Roma 10, ha contestato alcunché all'operato della signora Droghei» conclude la nota. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero