Roma, morta la ragazza investita sulle strisce: la donna che guidava era drogata

Roma, morta la ragazza investita sulle strisce: la donna che guidava era drogata
Carmen non ce l'ha fatta. Dopo due settimane in coma, il cuore della quindicenne investita sulle strisce pedonali a Ostia da una donna risultata positiva al test della droga...

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Carmen non ce l'ha fatta. Dopo due settimane in coma, il cuore della quindicenne investita sulle strisce pedonali a Ostia da una donna risultata positiva al test della droga ha smesso di battere. Ieri mattina la famiglia ha ricevuto la notizia al San Camillo davanti al Reparto Rianimazione. Un dolore straziante quello piombato nella casa di Carmen Gattullo. La mamma, il papà e la sorellina per due settimane hanno sperato, pregato, si sono aggrappati a ogni minima parola dei dottori. Ieri mattina però è arrivata la comunicazione tanto temuta. «È la migliore delle figlie che potessi desiderare di avere», sussurra mamma Giuseppina qualche ora dopo.


IL CALVARIO

Da lunedì 9, giorno dell'incidente, la ragazza è sempre stata in coma. Una donna al volante di una Mini Cooper, risultata poi positiva al test della droga, l'ha travolta sulle strisce pedonali mentre andava a scuola. Carmen frequentava il primo anno di liceo classico e viveva nei pressi dell'isola pedonale di piazza Anco Marzio a Ostia. Per questo stava attraversando piazza della Stazione Vecchia davanti alla sede del X Municipio. Qualche metro ancora e avrebbe preso l'autobus e raggiunto i compagni come tutti gli altri giorni. «Sappiamo che mia figlia stava attraversando sulle strisce - dice mamma Giuseppina - e che quella macchina l'ha travolta. L'automobilista è uscita gridando ma abbiamo bisogno di altre informazioni. Chi ha visto si metta in contatto con la polizia locale».

La famiglia di Carmen cerca testimoni per ricostruire la dinamica dell'incidente. Ma non solo. «Ho bisogno di parlare con l'uomo che le ha tenuto la testa in attesa dei soccorritori - continua la mamma - Voglio sapere se ha chiesto aiuto, cosa ha detto, se ci ha chiamati. Se mi ha cercata.



Mi hanno riferito che l'accarezzava con delicatezza e che le controllava il respiro. Per me è importante parlare con quell'uomo, voglio ricostruire gli ultimi attimi in cui mia figlia è stata cosciente». Mamma Giuseppina sembra rimanere aggrappata al suo angelo biondo mentre ne descrive l'allegria, il sorriso, l'incredibil voglia di vivere. Carmen era bellissima. Capelli lunghi biondi, la pelle di “porcellana”. Un'ottima studentessa, si era appassionata all'atletica e si era appena iscritta a un corso. Voleva viaggiare, conoscere il mondo. Amava la musica, idolo era Marco Mengoni. «Mia figlia era la mia forza. Sapeva sollevarmi il morale. Senza Carmen non si può proprio stare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero