Ostia, le indagini della Dda: «Omicidi, usura e slot: così gli Spada dettavano legge»

L'arresto di Carmine Spada in Questura (foto ANSA)
«Quello di oggi è un risultato oggettivamente importante: 32 provvedimenti di custodia cautelare, attività economiche e denaro sequestrato. Questi arresti sono...

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«Quello di oggi è un risultato oggettivamente importante: 32 provvedimenti di custodia cautelare, attività economiche e denaro sequestrato. Questi arresti sono il frutto di una grande collaborazione tra le forze dell’ordine, oggi una polizia giudiziaria moderna fa squadra e costruisce sinergie». Così il procuratore aggiunto della Dda di Roma Michele Prestipino ha aperto la conferenza stampa congiunta tra carabinieri, guardia costiera e polizia di Stato nella Questura capitolina. Quattro i collaboratori di giustizia «di fronti opposti, interni e in contrasto con il clan Spada» che hanno aiutato gli inquirenti a ricostruire dieci anni di malavita sul mare di Roma, territorio da sempre infiltrato dalla malavita locale in affari con le mafie tradizionali e rivoli della Banda della Magliana. Slot, usura, droga ed estorsioni: così gli Spada e i loro affiliati dettavano legge in uno dei quartieri strategici della Capitale anche per la vicinanza con l’aeroporto internazionale.


Gli investigatori hanno persino filmato il tentato omicidio nel 2016 ai danni del boss Carmine “Romoletto” Spada, raccogliendo informazioni a proposito anche di un secondo tentativo. «Tutti episodi - ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Luigi Silipo - mai denunciati». Gli inquirenti hanno individuato nel clan Spada «egemone nel territorio dopo la carcerazione di don Carmine Fasciani» i mandanti del duplice omicidio di Giovanni Galleone “Baficchio” e Francesco Antonini “Sorcanera”, avvenuto in via Forni, alla Nuova Ostia, nel novembre del 2011. «Un omicidio strategico - ha chiarito Prestipino - perché ha segnato il punto di crescita del clan Spada fino a quel momento all’ombra dei Fasciani». Prestipino parla di uno «scenario complesso», volto spesso all’acquisizione di attività economiche, «anche della balneazione», facendo leva «su pezzi dell’amministrazione».


Per rendere l’idea della capacità intimidatoria del sodalizio legato alla famiglia di origine sinti, approdata a Ostia negli anni ‘70 dall’Abruzzo, Silipo racconta come una vittima dell’usura veniva minacciata: «Vengo lì e ti strappo i denti con una tenaglia», le dicevano. La rete mafiosa, secondo gli inquirenti, sarebbe dimostrata anche dal fatto che dalle intercettazioni emergerebbe come «a titolo simbolico la famiglia Spada contribuisce al mantenimento della famiglia di Fasciani mentre lui è in carcere». Uno dei business principali del gruppo è quello dei videopoker. Nelle perquisizioni della notte scorsa, carabinieri e polizia, hanno rinvenuto circa 200mila euro in contanti. Capitolo Roberto Spada, fratello di “Romoletto” e in carcere a Tolmezzo per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi. «Quando siamo andati ad arrestarlo nella “sua” casa - dice il colonnello dell’Arma Pasqualino Toscani - l’abbiamo trovato in un appartamento di cento metri quadri che non era il suo, ma che era stato tolto alla madre di un ragazzo che aveva accumulato debiti per droga con il clan». E ancora: «Uno dei genitori di una collaboratrice di giustizia venne avvicinato. Volevano convincerlo con la forza ad andare da un notaio per mettere nero su bianco che la figlia era matta e che quello che aveva detto non era vero». Tra le attività sequestrate dagli inquirenti perché riconducibili al clan degli Spada, figurano: la Romana Slot con sede legale a Ceccano (Fr); la New Slot Room srl, con sede in via degli Ubertini; la New M&F srl con sede in via Corrado del Greco; la Seven giochi con sede in via Carlo del Greco; la One Slot con sede a Ostia e la ditta individuale Fiore Claudio con due rivendite di panificazione.
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Il Messaggero