Operato al cuore muore dopo un mese, a giudizio 14 medici del San Camillo

Operato al cuore muore dopo un mese, a giudizio 14 medici del San Camillo
Lo hanno visitato quattordici medici diversi, ma nessuno di loro si è accorto che Domenico N., 70 anni, appena operato al cuore presso l'ospedale San Camillo Forlanini, aveva...

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Lo hanno visitato quattordici medici diversi, ma nessuno di loro si è accorto che Domenico N., 70 anni, appena operato al cuore presso l'ospedale San Camillo Forlanini, aveva in atto una complicanza che, un mese dopo l'intervento, gli è costata la vita. Ora, tutti i dottori che hanno avuto in cura il paziente rischiano di finire a processo per omicidio colposo: il pubblico ministero Elisabetta Ceniccola ha appena chiesto il rinvio a giudizio dei sanitari, accusandoli di «negligenza, imprudenza e imperizia», come si legge negli atti dell'inchiesta, «per aver cagionato il decesso» del degente.




ESAMI NON ESEGUITI

In particolare, i camici bianchi, tutti quanti in servizio nel reparto di Cardiochirurgia del nosocomio, avrebbero «omesso di sottoporre il paziente a esami di diagnostica strumentale mirati alla rilevazione di eventuali complicanze dovute all'intervento», che si è svolto il 19 febbraio del 2009. Domenico era finito in sala operatoria per una sostituzione della valvola aortica. Tutto sembrava essere andato nel migliore dei modi, a detta dei sanitari. In realtà, secondo l'accusa, durante la convalescenza, aveva sviluppato un principio di versamento cardiaco potenzialmente fatale. Ora, i due chirurghi che hanno eseguito l'intervento e che, secondo il pm, non avrebbero adeguatamente seguito il decorso post operatorio del paziente, rischiano di approdare sul banco degli imputati. Insieme a loro, potrebbero arrivare a processo anche altri dodici camici bianchi che, in orario di turno, hanno costantemente controllato il degente senza accorgersi del versamento cardiaco che lo avrebbe ucciso. Nonostante gli accertamenti di routine ripetuti per più di un mese, infatti, nessun medico avrebbe notato problema. E il paziente, il 13 marzo del 2009, è deceduto a causa di uno shock cardiogeno.



VISITATO OGNI GIORNO


Eppure, lo stato di salute del convalescente, ricoverato in Terapia Intensiva Cardiochirurgica, è stato monitorato con attenzione apparentemente certosina: i sanitari hanno visitato Domenico ogni giorno, mattina e sera. «Dalle consulenze tecniche non emergono responsabilità imputabili ai medici - ha dichiarato l'avvocato Vincenzo Comi, difensore di uno degli imputati - Pur nella drammaticità della vicenda, contiamo di ottenere il proscioglimento in udienza preliminare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero