Nessun gelo. Carlo Fuortes e Ignazio Marino, fianco a fianco, per scacciare i fantasmi dell'Opera, che li vedrebbero in rotta di collisione sulle strategie da adottare per...
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Lunedì, spiegano, ci sarà un incontro definitivo al ministero con Dario Franceschini e con il governatore Nicola Zingaretti, soci della fondazione.
In quel contesto si delinearanno le strategie in vista del cda del 2 ottobre. La tensione di queste ultime ore nasce dalla fuga in avanti di Marino: direzione musicale a una donna e possibilità di chiudere il teatro per poi ripartire. «Che ci siano direzioni da parte di donne lo auspico nella maniera più assoluta, come il sindaco. Il direttore musicale non c'era prima - precisa -, dobbiamo decidere se chiederlo a qualcuno e a chi chiederlo. Non si tratta di sostituire Muti, che è e resta direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera. Le direzioni devono essere allargate». Possibilmente ai giovani, ha auspicato l'assessore alla Cultura Giovanna Marinelli.
«Il mio incarico di sovrintendente scadrà a fine anno, come del resto anche quello del direttore musicale Alessio Vlad, a fine dicembre, e Micha van Hoecke, alla guida del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, fino a fine novembre. Sarà il sindaco a prendere una decisione. Da parte mia lo dico con chiarezza: non sono disponibile a tenere due incarichi contemporaneamente, al Teatro dell'Opera di Roma e all'Auditorium Parco della Musica per Musica per Roma». È quanto ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi in Campidoglio alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino e dell'assessore capitolino alla Cultura Giovanna Marinelli il sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Carlo Fuortes.
Alemanno «La conferenza stampa organizzata oggi dal sindaco Marino e dal sovrintendente Fuortes è tardiva e poco rassicurante sul futuro del Teatro dell'Opera - dice l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno - L'unico dato positivo emerso è la presa d'atto da parte del sovrintendente dell'impossibilità di mantenere i due incarichi all'Opera e all'Auditorium». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero