Concorso in omicidio premeditato e pluriaggravato. È il reato che la Procura di Roma contesta a Manuel Foffo e Marco Prato nell'atto di chiusura inchiesta notificata...
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Oltre alla premeditazione i pm di Roma contestano le aggravanti della crudeltà e dei motivi abbietti e futili. Nel provvedimento il pm Francesco Scavo ricostruisce la vicenda scrivendo che i due trentenni «dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti l'evento e dopo essere usciti di casa nella mattinata del 4 marzo ed aver 'giratò in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita facevano rientro nell'appartamento di Foffo in via Igino Giordani».
Il pm scrive che una volta rincasati i due hanno contattato tramite Whatsapp Varani invitandolo a recarsi nell'appartamento. Li incomincia un vero e proprio massacro: Foffo e Prato provano a soffocarlo con una corda di nylon per poi colpirlo alla testa e altre parti del corpo, per oltre 100 volte, con un martello e alcuni coltelli fino a procurargli la morte per dissanguamento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero