Roma, il gup: «Paduano ha ucciso Sara perchè non riusciva a dominarla»

Roma, il gup: «Paduano ha ucciso Sara perchè non riusciva a dominarla»
«Sara si rifiutava di riconoscere il ruolo di padrone della sua vita in Paduano». A scriverlo è il gup Gaspare Sturzo nelle oltre 70 pagine di motivazione della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Sara si rifiutava di riconoscere il ruolo di padrone della sua vita in Paduano». A scriverlo è il gup Gaspare Sturzo nelle oltre 70 pagine di motivazione della sentenza con cui ha condannato all'ergastolo Vincenzo Paduano per l'omicidio dell'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, la studentessa uccisa e data alle fiamme il 29 maggio dello scorso anno in via della Magliana a Roma.


«Gli elementi del rifiuto di Sara di subire ancora la presenza di Paduano nella sua vita e, quindi la conseguente perdita del dominio fino ad allora da questi esercitato sulla ragazza - scrive - sono il movente e rappresentano al tempo stesso un indice della spregevolezza del fatto quale motivo abietto».

«Risultano accertati oggettivamente - scrive il giudice - una serie continua di atti persecutori che poi prendono un indirizzo punitivo con un progetto omicidiario in quanto Sara si rifiutava di riconoscere il ruolo di padrone della sua vita in Paduano; così l'aver costruito una serie di menzogne per Sara e, poi, aver realizzato l'agguato notturno mediante una collisione stradale voluta, la sottrazione a Sara del cellulare e, probabilmente delle chiavi dell'auto; l'irrorazione dell'auto della ragazza di liquido infiammabile preparato per tale aggressione mortale; l'aver bagnato Sara dello stesso liquido; l'incendio dell'auto della ragazza; l'inseguimento, l'aggressione fisica; il soffocamento; il trascinamento del cadavere in mezzo a un letto di foglie e la distruzione di parte del corpo - scrive ancora il giudice - devono far ritenere gravissimi i delitti commessi».


 Per il giudice «non si può negare che il dolo di Paduano sia stato della massima potenza, manifestando aspetti di vera e propria crudeltà verso Sara». Infine «in relazione alla condotta susseguente al reato deve sottolinearsi - si legge nelle motivazioni - come il Paduano non s'è mostrato per nulla sconvolto innanzi a un collega del delitto commesso». Infatti con questi poco dopo l'omicidio beveva un caffè e fumava una sigaretta «senza che nulla fosse».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero