Omicidio Magliana, il killer controllava Sara attraverso una app sullo smartphone

Omicidio Magliana, il killer controllava Sara attraverso una app sullo smartphone
Vincenzo spiava Sara, conosceva i suoi spostamenti, la seguiva e faceva anche in modo che l'ex fidanzata sapesse che lui non la perdeva mai di vista. Le inviava sms e scriveva...

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Vincenzo spiava Sara, conosceva i suoi spostamenti, la seguiva e faceva anche in modo che l'ex fidanzata sapesse che lui non la perdeva mai di vista. Le inviava sms e scriveva frasi del tipo «so dove sei». Il sospetto degli inquirenti è che la guardia giurata utilizzava probabilmente l'applicazione «Trova il mio Iphone» scaricata sul telefonino della ragazza. Le controllava anche i messaggi whatsapp e foto, aveva l'accesso alle chat con le sue amiche. In questo modo Vincenzo Paduano, 27 anni, controllava ogni più piccola mossa di Sara Di Pietrantonio e sapeva anche cosa raccontava alle amiche. Sabato notte il vigilante sapeva che Sara era a casa del nuovo fidanzato, quando ha visto dall'applicazione in che strada si trovava la sua ex ha capito che si trovava con Alessandro. L'ha vista entrare in macchina e salutare il nuovo amore, l'ha preceduta sulla strada che Sara avrebbe percorso per tornare a casa, l'ha costretta a fermarsi e l'ha uccisa. Le ha dato fuoco con l'alcol. Un omicidio premeditato secondo gli inquirenti, che ora analizzeranno anche il cellulare di Sara che è stato ritrovato nel parcheggio alla Magliana. Questa sera, alle 19, partirà una fiaccolata da casa di Sara fino alla parrocchia.

 
IL MESSAGGIO

I genitori di Vincenzo Paduano vogliono chiedere perdono, far sentire alla famiglia di Sara che sono vicini al loro dolore. Stanno pensando a una lettera da inviare alla mamma e al papà della ragazza non appena troveranno la forza di farlo. Le finestre del palazzetto di via Comunanza, dove Vincenzo abitava con i genitori sono ancora chiuse. Castel Giubileo è sotto choc, si conoscono tutti in quelle stradine strette, Vincenzo è nato e cresciuto qui. «La nostra comunità è sconvolta», dice don Fabio Borghesi, il parroco della chiesa Santi Crisanti e Daria nella traversa accanto a via Comunanza. «Due famiglie sono distrutte. Vogliamo far sentire ai genitori, agli zii e alla nonna di Vincenzo che partecipiamo al loro dolore con la preghiera e gli siamo accanto. Qui si vive come in un paese. L'ultima volta che ho visto Vincenzo è stato ai funerali del nonno, a dicembre. La nonna è una santa donna, tutti i pomeriggi è qui ma da due giorni non la vediamo più». La vita di nonna Celestina e quella del marito è stata segnata da un dramma. Una quarantina di anni fa hanno perso un figlio piccolo. Aveva 7 anni, giocava con gli altri bambini sotto casa, in via Comunanza. Si è nascosto in una molazza dove si mescola il cemento, qualcuno ha azionato la macchina e il piccolo è stato stritolato.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero