Omicidio Varani, l'autopsia: Luca morto per le torture di Foffo e Prato

Omicidio Varani, l'autopsia: Luca morto per le torture di Foffo e Prato
Oltre cento pagine per raccontare l'orrore dell'omicidio di Luca Varani. Le coltellate, le sevizie e le torture. Ieri il collegio dei periti nominati dal pm Francesco...

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Oltre cento pagine per raccontare l'orrore dell'omicidio di Luca Varani. Le coltellate, le sevizie e le torture. Ieri il collegio dei periti nominati dal pm Francesco Scavo hanno consegnato al titolare dell'inchiesta l'esito dell'autopsia eseguita sul ventitrenne, barbaramente massacrato a marzo in un appartamento al Collatino a conclusione di un festino di sesso e droga da Marco Prato e Manuel Foffo. Ogni pagina elaborata dai medici legali dell'istituto di Medicina legale de La Sapienza raccontava la sofferenza del giovane, dalle coltellate (almeno trenta i fendenti contati), alle sevizie al collo, seghettato con una lama e con un laccio, fino alla brutale pugnalata nel petto con un coltello da cucina lasciato conficcato. Con una conclusione agghiacciante: «La vittima è stata torturata e seviziata», e a lungo, prima di essere brutalmente assassinata. Un orribile omicidio consumato alla fine di un festino di quattro giorni a base di alcol, sesso e cocaina per il «piacere di vedere che effetto faceva vedere morire qualcuno», come dissero i due assassini.


IL LUMINOL
Negli atti del pm, che punta al riconoscimento dell'aggravante della premeditazione, così finisce un'altra pesante a carico dei due assassini, che hanno confessato subito il delitto, nonostante lo scaricabarile sulle responsabilità di chi abbia sferrato il colpo finale. Un altro atto cruciale è previsto a giorni: il 27 settembre si svolgerà l'incidente probatorio durante il quale saranno presentati gli esami tossicologici. Mentre domani la casa dell'orrore, al settimo piano di un elegante palazzina di via Igino Giordani, sarà ispezionata per la prima volta con il luminol dai carabinieri del Ris. Le modalità dell'omicidio erano già emerse, dalle stesse ammissioni, rilasciate a sprazzi, dai due assassini, in particolare da Foffo. Che aveva raccontato anche la personalità particolarmente perversa dell'amico conosciuto in un party a Capodanno, ispiratore, secondo lui, del piano per uccidere una persona a caso. E la descrizione del delitto è già di per se un orrore. C'è Prato chinato su Foffo che lo bacia sulla testa per dargli la forza ad assestare gli ultimi colpi mortali al povero Luca Varani. Dettagli emersi anche nell'ordine di cattura a carico dei due amici, ma anche dall'ordinanza del Riesame sollecitato solo da Prato. Come il cocktail servito alla vittima per stordirlo. E a ritroso l'adescamento in casa del ragazzo. Ed ancor prima i banchetti a base di alcol e coca preparati qua e là per spingere ragazzi eterosessuali ad avere rapporti con Prato. Tanto che i giudici del Riesame avevano descritto la personalità di Prato «malvagia e crudele», «pronta ad uccidere nuovamente, potendosi presentare nuove facili occasioni, avendo i due colpito una persona a caso».

LE AMMISSIONI

«Io sono disposto a farmi l'ergastolo, ma anche Prato se lo deve fare. Mi ha istigato e plagiato e vi spiego perché». In uno dei suoi sei interrogatori spontanei Foffo aveva spiegato perché si è ritrovato da universitario fuori corso a crudele assassino di Luca Varani, un ragazzo che non aveva mai conosciuto. «Mai prima avrei pensato di uccidere». «E invece dopo aver fatto entrare quel ragazzo a in casa abbiamo preso coltello e martello. Abbiamo provato anche a strangolarlo. Ma non moriva. Avevo paura», aveva raccontato Foffo. L'autopsia ha confermato la lunga agonia.

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Il Messaggero