I duri e puri del «No ai giochi», in realtà, avevano già pronta la sceneggiatura: il 6 agosto, giorno dell'inaugurazione di Rio, avrebbe dovuto...
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IPOTESI POST- PARALIMPIADI
Ma i tempi quali sono? «Questa può essere la settimana decisiva», hanno detto ieri alcune fonti del Movimento all'agenzia Adnkronos. Dall'entourage della sindaca però c'è chi frena: «Nessuna accelerazione. Prima di comunicare qualsiasi decisione, vanno rispettate certe scadenze». Segno che anche tra i pentastellati si sta giocando una partita, su Roma 2024. Domani la prima cittadina, insieme al vice Daniele Frongia, accoglierà una delegazione degli atleti disabili in partenza per le Paralimpiadi. E c'è chi nel movimento spinge per replicare la «tregua» già strappata per i giochi appena conclusi: aspettare la fine delle gare dei campioni con disabilità, il 18 settembre, per fornire la posizione ufficiale.
Spiegano ancora dallo staff della sindaca: «L'esame del dossier deve essere ancora completato a livello formale», anche per mantenere rapporti corretti con il governo, che su Roma 2024 ha sempre puntato, e che nelle prossime settimane dovrà valutare alcuni progetti della giunta di Roma, come il mega-bando sulle periferie.
In ogni caso si aspetterà il faccia a faccia tra Raggi e Malagò, forse già questa settimana. Il Coni ha una freccia potente, dal punto di vista mediatico, nel proprio arco: l'appello degli atleti «medagliati» in Brasile, che verrà reso noto nei prossimi giorni. Proprio dal Comitato olimpico ieri smentivano frizioni con il Campidoglio su una candidatura olimpica che fa gola a tante città, anche in Italia (ma sarebbero impraticabili soluzioni alternative, nel Belpaese). «Nessun No da parte del Comune. Anzi, in base ai contatti degli ultimi giorni ci risulta il contrario».
Dalle parti del Foro Italico poi facevano un ragionamento: per ufficializzare lo stop, servirebbe un voto del Consiglio comunale. Non basta un comunicato stampa della sindaca. Anche se forse, ragionava un esponente grillino, proprio il No alle olimpiadi potrebbe «compattare» i 29 consiglieri M5s, mai così divisi sui costi degli incarichi decisi dalla giunta, tanto che per domani è prevista una grande adunata a Palazzo Senatorio, subito dopo la riunione dei capigruppo. Il Pd intanto attacca: «I Cinque stelle dicono no a tutto, tranne ai super-stipendi».
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Il Messaggero