​​Maccarese, rubati 100 mila litri di gasolio: i ladri incastrati dagli infrarossi

Era riuscita ad appropriarsi illecitamente di circa 100 mila litri di gasolio l'organizzazione criminale scoperta dai carabinieri della compagnia di Ostia e colpita da 15...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Era riuscita ad appropriarsi illecitamente di circa 100 mila litri di gasolio l'organizzazione criminale scoperta dai carabinieri della compagnia di Ostia e colpita da 15 misure cautelari in carcere su disposizione del gip di Roma. La banda, composta in maggioranza da cittadini romeni, tra il dicembre del 2017 e il dicembre del 2018 ha messo in atto una serie di furti che hanno riguardato anche l'oleodotto che corre vicino all'autostrada Roma-Civitavecchia. Ad incastrarli le telecamere di videosorveglianza a raggi infrarossi che hanno ripreso le fasi del furto di carburante che avveniva tramite allacci abusivi.


Le contestazioni riguardano anche l'incendio avvenuto il primo dicembre 2018 nella zona di Maccarese per l'esplosione di un pozzetto di ispezione, avvenuto la notte del primo dicembre dello scorso anno. L'incendio richiese l'intervento di svariate squadre dei vigili del Fuoco e provocò la chiusura per alcune ore del traffico della limitrofa autostrada Roma-Civitavecchia, oltre l'ingente danno economico di bonifica per la società proprietaria della conduttura.


In fiamme l'oleodotto lungo la Roma-Civitavecchia: chiusa l'autostrada


A capo dell'associazione per delinquere, i carabinieri hanno individuato un italiano 42enne, imprenditore della provincia di Roma che, attraverso la sua fitta rete di conoscenze nell'ambiente della commercializzazione degli idrocarburi, si occupava di smerciare «in nero» il carburante rubato, oltre a fornire il sostegno logistico necessario agli altri membri dell'associazione: dal deposito per la temporanea custodia del carburante rubato, all'individuazione delle strutture alloggiative ed al noleggio dei mezzi impiegati per le incursioni.


Furgoni che sarebbero messi a disposizione di un'altra organizzazione che faceva entrare immigrati clandestini in Italia. Per questo i magistrati attribuiscono al gruppo anche il possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi ed il «trasporto di persone prive di titolo di soggiorno al fine di procurarne l'ingresso illegale nel territorio dello Stato». I furti, secondo quanto accertato dai pm coordinati dal procuratore aggiunto Lucia Lotti, avvenivano o direttamente dagli oleodotti, praticando dei fori o accedendo direttamente nelle varie camere di ispezione allestite dalle società proprietarie. Qui venivano messi tubi di gomma, lunghi anche 500 metri, che servivano per succhiare il carburante.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero