L'autunno caldo degli sgomberi e delle tensioni sociali nella Capitale potrebbe essere solo all'inizio. Dopo gli scontri di giovedì al Trullo tra attivisti di Forza...
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E se fino a pochi mesi fa, il team di supporto alle Politiche abitative riusciva ad effettuare almeno qualche decina di recuperi all'anno, secondo l'ente del lungotevere di Tor di Nona, anche questa attività residua avrebbe subito un brusco stop. La squadra sarebbe stata depotenziata o, comunque, non ci sarebbero nuovi vigili disposti a farne parte: liberare gli immobili significa rischiare grosso, al Trullo ci sono stati feriti e anche il giorno prima, al Prenestino, gli agenti sono stati affrontati a brutto muso. La tensione è alle stelle.
IL PIANO
Stando al piano sgomberi dell'Ater, se vi fosse una struttura ad hoc sotto la regia di Comune e Prefettura, si potrebbero recuperare appartamenti da consegnare ai legittimi assegnatari al ritmo di 500 l'anno. Basta fare un rapido conto: nel giro di poco tempo si potrebbe smaltire l'intera graduatoria comunale che la sindaca Raggi attesta a quota 10mila. Molte posizioni, infatti, nel tempo sono decadute e altri alloggi si possono recuperare tra quelli abbandonati (dove l'inquilino è morto senza che alcuno abbia comunicato il decesso, al momento l'Ater sta facendo riscontri con l'Anagrafe) e quelli di proprietà del Comune anch'essi occupati senza titolo. Insomma l'emergenza abitativa che attanaglia Roma resterebbe uno spauracchio. Tanto più che sul piatto del Campidoglio ci sono sempre i 40 milioni di euro - fondi ex Cipe - messi a disposizione dalla Regione per trovare soluzioni alternative ai residence e alla strada. Ancora inutilizzati.
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Il Messaggero