Il blitz era nell'aria da qualche giorno, ma la prima conferma virtuale è arrivata nella tarda serata di lunedì: «Questa è la storia, facciamo la...
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E questo mentre i ragazzi del Virgilio stanno studiando la strategia migliore per prendere possesso dell'istituto di via Giulia (e, intanto, si accontentano di occupare per qualche ora lo spazio dove sono in corso i lavori per la realizzazione di un parking). Ma qui a Monteverde, all'occupazione prendono in parte in pochi, un centinaio di ragazzi su settecento. La preside, Carla Parolari, tenta una mediazione, per far riprendere le lezioni, nell'interesse di tutti. Ma non c'è niente da fare, su Instagram è stata già convocata la cena sociale delle 20.30, invitati anche gli esterni, gli stessi che hanno bloccato le porte dell'istituto con i banchi, a blindare la «roba loro». «Vani i tentativi condotti per trovare un accordo con gli occupanti, nonostante la massima disponibilità dimostrata dalla comunità educante e una certa apertura al dialogo da parte degli studenti», ha scritto la dirigente scolastica, che ha poi chiesto l'intervento della polizia. Ma nonostante la presenza degli agenti del commissariato Monteverde, di alcuni genitori e dei docenti, la minoranza ha deciso per tutti: stop alle lezioni.
«Alle 12 – si legge sempre nella nota della preside - dopo la comunicazione del portavoce degli studenti che non era possibile ripristinare l'erogazione del "pubblico servizio", la Dirigente Scolastica si recava presso il Commissariato Monteverde, a accompagnata da un genitore, per denunciare l'accaduto». Difficile sapere quanto durerà la protesta, anche se la dirigente ha fatto sapere di voler «richiedere interventi agli organi competenti per la ripresa delle regolari attività didattiche a seguito di consultazione del Consiglio di Istituto e del Collegio dei Docenti». «Contro la scuola dei padroni, dieci, cento, mille occupazioni», urlavano dal cortile della scuola gli autori del blitz, che poi spiegavano le ragioni della loro protesta in un documento: “Denunciamo logiche politiche e di gestione che sono in crisi e che stanno sempre più limitando la libertà, la democrazia e l’uguaglianza nelle nostre scuole, nel nostro paese e più in generale nel mondo”. Gli studenti, in sostanza, contesterebbero alcuni provvedimenti adottati dalla dirigente scolastica, ritenuti troppo rigidi. Da qui la decisione di fermare arbitrariamente le lezioni.
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Il Messaggero