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Centocinquantamila euro. A tanto, secondo una prima e provvisoria stima, ammontano i danni delle occupazioni al "Giorgi Woolf" e all'"Archimede" appena liberati. Nell'istituto industriale del Quarticciolo, devastato negli otto giorni lasciato in mano ai collettivi, quel che più preoccupa è che insieme con i pc siano andati distrutti dati sensibili e preziosi. Come per esempio i fascicoli dei professori contenenti l'intero excursus professionale, propedeutici anche ai fini della maturazione della pensione. Un danno, questo, se confermato dalle verifiche in corso, incalcolabile. Insomma, mentre ieri al Parco Schuster, a San Paolo, le delegazioni degli studenti delle scuole di Roma Sud non occupate si riunivano «per parlare del lavoro affrontato dall'Osa (l'Opposizione studentesca d'Alternativa) nelle scuole del territorio: lotte, occupazioni e conquiste», il delegato della Città Metropolitana all'edilizia scolastica Daniele Parrucci contattava la Prefettura in attesa di aggiornarla sul bilancio definitivo dei danni e di mettere mano a fondi extra da stanziare. Oltre al Giorgi Woolf gli occupanti-vandali hanno lasciato il segno all'Archimede Pacinotti. «Hanno danneggiato tutte le valvole dei termosifoni, ostruito gli scarichi dei lavandini, allagato la scuola dal quinto piano fino al piano terra, danneggiato porte, pareti, alcuni pulsanti dell'impianto di emergenza. Circa 40 mila euro di danni», spiega Parrucci che però sottolinea come «solo quando tutte le scuole torneranno libere, potremo fare un conto totale che, auspichiamo si fermi qui».
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L'IRA DEI PRESIDI
L'anno scorso le occupazioni erano costate 500mila euro di danni. «Somme che potevano essere destinate a migliorare le strutture e la qualità dell'offerta scolastica», afferma Mario Rusconi, dell'Anp Associazione nazionale presidi.
Il costo dei licei occupati a Roma, Rusconi: «50 occupazioni hanno provocato danni per 500mila euro»
LE TRATTATIVE
Nei nove licei romani attualmente occupati continuano le trattative più o meno formali tra studenti e professori per fare terminare la protesta. Al Tasso i più oltranzisti vorrebbero rimanere fino al 12 o al 15, l'intento è quello di ottenere un incontro con il ministero dell'Istruzione. Ma i "dissidenti" sono in aumento. Ieri al Parco Schuster i collettivi di Roma Sud discutevano di nuove possibili incursioni. Non si è trattato però di un fronte unito. Anzi. Da una parte c'era chi sottolineava come non bisogna «agire solo dentro il perimetro scolastico ma anche e soprattutto fuori, nelle piazze, urlando con i megafoni», e spiegava che «quelle sono le proteste vere». Dall'altra invece c'erano gli studenti che sostenevano come le rivendicazioni a partire dalla lotta ai femminicidi, al no alle guerre e alle riforme «autoritarie» siano «una cosa da fare tutti insieme per aiutarci tutti perché sono richieste comuni a tutti gli studenti».Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero