In dieci rischiano di finire a processo nell'ambito di un altro filone della maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma. La Procura ha infatti notificato l'atto di...
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corruzione, traffico di influenze e reati tributari.
GLI INDAGATI Secondo l'accusa mossa dalla Procura nell'ambito di un altro filone della maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma, Marcello De Vito e l'avvocato Camillo Mezzacapo avrebbero elargito mazzettè attraverso consulenze. Ai fratelli Toti, che erano interessati a far sbloccare il progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali, sarebbe stato assegnato un incarico professionale allo studio legale dell'avvocato Mezzacapo, per un importo di 110mila euro, trasferiti dalla società Silvano Toti Holding spa, allo stesso legale e da quest'ultimo poi trasferiti, per 48mila euro, su un conto intestato alla società MDL srl, «di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito».
Pierluigi Toti, secondo i pm capitolini, «al fine di evadere le imposte sui redditi», avrebbe indicato «elementi passivi fittizi utilizzando nella dichiarazione relativa al 2017, la fattura emessa da Mezzacapo e relativa ad una operazione inesistente». Per quanto riguarda la posizione di Giuseppe Statuto, l'imprenditore avrebbe dato una tangente sotto forma di una consulenza, da oltre 24mila euro, per la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero