Il Comune “licenzia” i numeri romani: dalle targhe alle bollette, addio alle tradizionali cifre dell'Impero

Il Comune “licenzia” i numeri romani: dalle targhe alle bollette, addio alle tradizionali cifre dell'Impero
Addio numeri romani dalle targhe di piazze e vie, dalle bollette e dalle carte d'identità. D'ora in poi saranno tutti scritti a lettere. Ieri mattina la giunta Marino ha...

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Addio numeri romani dalle targhe di piazze e vie, dalle bollette e dalle carte d'identità. D'ora in poi saranno tutti scritti a lettere. Ieri mattina la giunta Marino ha approvato la delibera intitolata “Adeguamento delle denominazioni delle aree di circolazione già esistenti ai sensi della circolare Istat”. Di cosa si tratta? Di una piccola, grande svolta toponomastica, e se vogliamo culturale, per l'Urbe. Il provvedimento richiesto dall'Istat - e fatto proprio dalla giunta del chirurgo dem - serve a semplificare le cose, teoricamente.




GLI ESEMPI

Quindi tra poco abiterete in via San Pio Quinto (e non più V), prenderete un caffè in Corso Vittorio Emanuele Secondo (e non più II) o passerete a prendere un amico in via Sisto Quarto (niente più IV). Una scelta curiosa, che forse passerebbe inosservata a Bergamo, e poi e poi. Ma che a Roma, nella città Eterna che si poggia su millenni di storia targata S.P.Q.R fa sicuramente caso. Può darsi, ma forse è solo una coincidenza. In Campidoglio si limitano a commentare così: «Non potevamo fare altrimenti, si tratta di adeguarsi a una direttiva». Al momento tra larghi, vie, ponti e piazze addirittura trafori (come quello già Umberto I) sono più di sessanta i luoghi a dover essere sottoposti a quella che la delibera approvata ieri chiama “denominazione standardizzata”. E cioè la norma che bandirà i numeri romani, d'ora in poi destinati a una vita di solitudine, come quella dei numeri primi del famoso romanzo.



LE NOVITÀ


La delibera, proposta dal dipartimento Cultura, nel seguire i dettami dell'Istituto nazionale di Statistica va anche a uniformare o abbreviare qua e là altri nomi. In alcuni casi il risultato è migliore rispetto alla precedente versione. Esempio: l'Autostrada per l'Aquila sarà indicata nei cartelli come Autostrada A24 , via di San Basilio si scriverà tutto per intero. Anche gli accenti in un certo senso cambieranno verso. Addio - sarebbe più corretto dire scomparirà - a Largo Federico Caffe'. Ma il grosso riguarda la numerazione romana che accompagna Papi (Pio, Leone, Innocenzo, Bonifacio) re e imperatori (Umberto, Vittorio Emanuele, Federico di Svevia). Non solo targhe affisse ai muri. Ma anche bollette e, non è escluso, documenti d'identità che usciranno dagli uffici dell'anagrafe con la nuova dicitura. La rivoluzione non sarà di facile attuazione. Non solo per le proteste dei latinisti sparsi, ma anche per ragioni tecniche. «Ci vorrà almeno tutto il secondo mandato di Marino». Ovvero l'Ignazio II. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero