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A Filippo Nogarin, «Filippissimo» per gli amici e i seguaci di Instagram, il cartellino da dipendente comunale di Roma sta stretto. L’ex sindaco di Livorno - il primo grillino ad espugnare la roccaforte rossa nel 2014 e per questo volto noto del Movimento anche oltre i confini regionali - sperava di avere più «flessibilità» in Campidoglio, dov’è stato chiamato da Gianni Lemmetti, oggi assessore alle Finanze di Virginia Raggi e prim’ancora, dal 2014 al 2017, assessore a Livorno, naturalmente con Nogarin sindaco.
Arruolato dopo Ferragosto come dipendente part-time dell’assessorato al Bilancio, contratto da 27.730 euro l’anno, l’ex collega di Raggi sperava di non essere imbrigliato, a Roma, dai lacci della nuova mansione impiegatizia, obbligo di timbratura compreso. «Ho un contratto a tempo da 3 giorni a settimana, ma mi capita di incontrare persone, dirigenti, anche in altre date. Per questo ho chiesto di avere più flessibilità rispetto al badge», racconta l’interessato. La risposta di Palazzo Senatorio però è stata molto brunettiana: il cartellino si deve timbrare, è la legge. E così Nogarin ha dovuto accettare la strisciata da travet: «Ora - dice lui - timbro il cartellino senza problemi». Parafrasando Campanile: mi spezzo, ma con l’impiego.
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