Quindi tra poco la Capitale sarà amministrata da due sindaci grillini contemporaneamente? «Non scherziamo, io al...
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«Non scherziamo, io al massimo, se questa vicenda andrà in porto, darò una mano alle società partecipate e al bilancio».
Filippo Nogarin, già sindaco di Livorno e candidato (sfortunato) alle ultime Europee, diventerà consulente della giunta Raggi. In particolare di Gianni Lemmetti, l'assessore al Bilancio arrivato proprio da Livorno due anni e mezzo fa.
«Sì, ma la fermo subito. Di concreto ancora non c'è nulla, la pratica è ancora bloccata dalla burocrazia».
Lei attualmente è consigliere politico del ministro per i rapporti con il parlamento Federico D'Incà e adesso potrebbe prendersi quest'altra consulenza.
«Sarò di supporto, semmai, per le mie competenze».
Lei disse, dopo non essere stato eletto a Strasburgo, che aveva problemi economici e di sostentamento. E il Movimento le è stato vicino. Ma questa non era la vecchia politica?
«Quella frase fu un incidente, e comunque a quest'ora sarei morto di fame. Continuo il mio lavoro da professionista e poi do una mano come posso qua e là».
Si sente un tecnico.
«Sì, lo sono».
Ma ritiene Raggi diversa dalla nomenklatura grillina che lei ha conosciuto in questi anni e che frequenta tuttora nei Palazzi romani?
«In un certo senso sì. Ma è anche vero che le dinamiche tra governo nazionale e amministrazioni locali sono totalmente diverse».
Andrà in Campidoglio per il rush finale o per tirare la volata alla ricandidatura della sindaca?
«Se l'operazione andrà in porto, il contratto sarà per un anno. Sulla ricandidatura di Virginia non credo di poter dire nulla. Dovete sentire lei».
Fa bene a riprovarci la sindaca? Lei a Livorno non lo fece.
«Per me è una gigante».
Addirittura?
«Sì, è riuscita a rimettere in regola i conti, a far partire appalti in trasparenza. Insomma, Raggi ha fatto cose a Roma che nessuno aveva mai portato a termine negli ultimi anni 20 anni».
Cosa pensa del caos che sta vivendo il Movimento?
«Rispondo con un boh. Non sono più in prima linea. Ormai, sono un tecnico». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero