Neve tonda e grandine a Roma, il fenomeno del "graupel"

Neve tonda e grandine a Roma, il fenomeno del "graupel"
Si chiama neve tonda (in tedesco graupel). E' una precipitazione costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi. Un...

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Si chiama neve tonda (in tedesco graupel). E' una precipitazione costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi.




Un fenomeno meteorico - spiegano gli esperti di Meteoweb.eu - che non è nè neve nè grandine ma è classificato a sè. Sinonimo di “gragnola” o “graupel“, è un tipo di precipitazione ufficialmente riconosciuta sia dalla World Meteorological Organization che dal Servizio Meteorologico Nazionale dell’Aeronautica Militare.



Le sue caratteristiche sono talmente tanto chiare che non è possibile confonderla nè con la neve nè con la grandine. E’ una precipitazione solida costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi con un diametro compreso tra i 2 e i 5 millimetri. La forma di questi granelli di ghiaccio è in prevalenza sferica, e hanno un tipo di struttura facilmente malleabile e compribile, tanto che già nel loro impatto con il suolo, durante la precipitazione, si sbriciolano.



La grandine è completamente diversa in quanto si tratta di ghiaccio puro che non si sbriciola, non è malleabile nè comprimibile ma molto più rigido, e si forma da particelle liquide di pioggia che all’interno delle nubi temporalesche salgono e scendono per diversi chilometri e si congelano e scongelano più volte, diventando – appunto – chicchi di grandine.



La neve tonda (o gragnola che dir si voglia) è invece più simile alla neve che alla grandine perchè si forma dai fiocchi di neve che cadono da nubi cumuliformi e che, però, poi attraversano uno strato più caldo di atmosfera vicino al punto di fusione: in quello strato i fiocchi non si sciolgono, ma si “arrotolano“ su sè stessi e danno vita, appunto, al granello di neve tonda.



Non a caso per la grandine si parla di “chicchi”, concludono gli esperti meteo, e per la neve tonda o gragnola si “granelli“. All’interno della neve tonda, infatti, si conservano spesso le tracce della struttura originaria del cristallo di neve, ed è un fenomeno esclusivo dell’inverno (mentre la grandine può capitare in qualsiasi stagione, anche d’estate).


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Il Messaggero