Piazza Navona, gli atti finiscono in Procura: «irregolarità macroscopiche» nell'assegnazione dei banchi

Piazza Navona, gli atti finiscono in Procura: «irregolarità macroscopiche» nell'assegnazione dei banchi
Parla di «irregolarità macroscopiche» il dossier dell'Autorità Anticorruzione che ieri mattina è arrivato sulla scrivania del procuratore capo di Roma, Giuseppe...

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Parla di «irregolarità macroscopiche» il dossier dell'Autorità Anticorruzione che ieri mattina è arrivato sulla scrivania del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone. Alla Procura, il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, ha chiesto di aprire un fascicolo d'indagine sul bando per le bancarelle nello storico mercatino natalizio di piazza Navona, già annullato dal Campidoglio dopo le polemiche per le procedure di assegnazione che avrebbero consegnato quasi la metà delle postazioni a famiglie collegate alla lobby dei Tredicine.


Nella relazione inviata a piazzale Clodio, Cantone ha rilevato profili di «irregolarità amministrative» e scelte «non in linea con il quadro normativo». Ma tra le criticità evidenziate figurano anche i vincoli di parentela tra gli aggiudicatari dei banchi e le assegnazioni reiterate nel corso degli anni. Considerazioni subito recepite dal commissario prefettizio di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, che giovedì ha deciso di annullare la gara, dopo la sospensione cautelativa già adottata dai vertici del I Municipio a inizio settimana. I dubbi dell'Authority sulla gara erano emersi chiaramente già nella relazione inviata due giorni fa al Campidoglio, dopo una serie di verifiche realizzate insieme alla Guardia di Finanza. La metà dei banchi nel mercatino dell'Epifania era stata assegnata alla famiglia Tredicine, imprenditori del commercio ambulante semimonopolisti a Roma, soprattutto attraverso il business dei camion bar, e che da anni si vedono assegnare con continuità anche i redditizi banchi accanto alle fontane di Bernini e Borromini. Non a caso il pool di Cantone ha individuato proprio nei vincoli di parentela e nelle assegnazioni sempre confermate delle postazioni alcune delle criticità da sottoporre all'attenzione dei pm.

I DOCUMENTI

Nel mirino anche i verbali di gara, dai quali non risulterebbero le operazioni compiute per l'attribuzione dei punteggi che hanno consentito di stilare le graduatorie finali. Sarebbero state inserite in graduatoria, tra i primi posti peraltro, anche offerte per le quali mancava o era insufficiente la documentazione necessaria per valutare la qualità della merce offerta. Dagli atti non si evince nemmeno l'effettiva verifica del possesso dei requisiti minimi previsti dalla legge, condizione essenziale per arrivare correttamente all'aggiudicazione definitiva.
«Non so se la festa di piazza Navona si terrà quest'anno, ma non dipende da noi – ha spiegato ieri Cantone - Abbiamo fatto una verifica velocissima sulla gara e sulle macroscopiche irregolarità, abbiamo mandato in tempo reale il rapporto al commissario Tronca e in tre giorni la gara è stata azzerata, senza ricorrere al giudice e senza attivare nessun appalto, poi da revocare o risarcire». Questa, ha osservato, è la «dimostrazione che se si interviene anche con una soft regulation per le Pa, i risultati si ottengono».

Secondo la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, sull'annullamento del bando ha pesato il fatto che «non siamo riusciti a realizzare meccanismi che tutelassero qualità delle offerte. Io mi auguro che sia stato un errore tecnico, non metto in discussione l'onestà di nessuno».
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Il Messaggero