Furono i pugni in testa ad uccidere Alberto Bonanni, il musicista massacrato di botte a Roma il 26 giugno 2011, e morto dopo tre anni di coma. ...
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L’incidente probatorio nel procedimento bis non ammette dubbi. Il ragazzo morì per le “percosse subite al cranio e al volto che innescarono una catena di eventi”. E’ quanto scrivono gli esperti nominati dal gip Tiziana Coccoluto nella perizia resa nota oggi nell’ambito dell’inchiesta bis, nella quale si procede per omicidio volontario.
Nel procedimento sono indagate quattro persone già condannate (tra i 9 e i 13 anni di reclusione) per il reato di tentato omicidio. Secondo i periti il musicista, al momento dell’aggressione, era portatore di una neoplasia cerebrale asintomatica di secondo grado e quelle percosse “erano idonee e sufficienti, qualitativamente e quantitativamente, a causare l’effetto massa della neoplasia stessa”.
Per gli esperti “se il trauma avesse agito su un encefalo sano secondo le leggi scientifico-statistiche non avrebbero condotto prima al coma e poi alla morte”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero