«Ho ricevuto una lettera, firmata dal presidente Bagnacani, in cui mi si vuole riconoscere un compenso per un periodo, da gennaio ad aprile 2016, di circa 20mila euro, per...
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Palazzo San Macuto.
«Siamo davanti a un'azienda che vuole pagarmi quando io non sono minimamente entrata negli impianti, e questo è grave - ha spiegato Muraro nel corso dell'audizione -. Penso di essere la prima a cui l'azienda vuole riconoscere un lauto compenso non avendo lavorato e non avendo messo piede negli impianti. Quando un'azienda per mascherare le sue inadempienze vuole riconoscere un compenso maggiore, è assurdo. Non prenderò mai un euro in più, ma questa è una lettera a firma del presidente Bagnacani che deposito, insieme al mio ultimo interrogatorio alla presenza del Noe». Secondo Muraro l'obiettivo è «sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda nel 2015» in base alle quale «si poteva diffidare
l'azienda» ed «evitare l'emergenza del 2016». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero