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Trovare un’auto in doppia fila senza il guidatore a bordo, provare a fare una multa ed essere impossibilitati a proseguire. Va così anche per chi tenta di contestare la velocità con autovelox e sistemi di rilevazione all’avanguardia: la targa si legge e si registra, i vigili urbani seppur carenti - rispetto all’organico su carta nella Capitale - ci sono, ma da alcuni giorni non possono svolgere una delle loro attività primarie. Ovvero sanzionare i trasgressori del Codice della strada.
Roma, pasticcio multe
Il motivo? Riguarda i rapporti tra l’amministrazione di Roma Capitale e il ministero dei Trasporti. Nello specifico la consultazione della banca dati della Motorizzazione civile che per gli agenti della municipale, diversamente dalle altre forze di pubblica sicurezza, è a pagamento. Ebbene dal quattro gennaio scorso la convenzione è decaduta e non è stata rinnovata. E il risultato è questo: il vigile urbano che vuole elevare una multa a fronte di un’irregolarità accertata non riesce a entrare nei terminali della banca dati, non può dunque risalire al proprietario del veicolo e procedere a chiudere la contestazione.
IL NODO
È questa l’ultima grana della Capitale di Italia denunciata proprio dagli agenti della Polizia locale: «I caschi bianchi romani sembrano non avere più accesso alla banca dati della motorizzazione civile, rimanendo di conseguenza impossibilitati a risalire agli intestatari ed alle relative residenze dei proprietari dei veicoli contravvenzionati», denuncia Marco Milani, segretario aggiunto del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale). «A causa di un presunto contenzioso datato - conclude Milani - ci troviamo ora a perdere l’accesso alla banca dati della motorizzazione civile, il che, rendendo di fatto impossibile risalire ai proprietari dei veicoli, rischia di paralizzare di fatto l’esito della gran parte delle attività sanzionatorie e di controllo del Corpo, inferendo all’efficienza dello stesso il definitivo colpo di grazia».
Dal Campidoglio spiegano che da tempo è stata avanzata la richiesta di far accedere ai sistemi i vigili urbani in maniera gratuita come avviene per le forze di polizia.
LE CRITICITÀ
Al di là della sosta “selvaggia”, che rischia dunque di non essere mai contestata, ci sono episodi più gravi come ad esempio lo sversamento illecito dei rifiuti da parte dei furgoni. Anche in questo caso, allo stato attuale riuscire a prendere la targa, senza poter risalire al proprietario del mezzo, rende vana la contestazione. «Molti di noi, soprattutto in zone periferiche, - aggiunge un altro agente - che si trovano a vagliare le immagini delle fototrappole in prossimità dei cassonetti dei rifiuti quando vedono delle infrazioni chiedono ausilio alle altre forze dell’ordine per risalire al proprietario di quel mezzo, ma capite che così non si può andare avanti». Naturalmente c’è tempo per lavorare le singole pratiche, ma è chiaro che più se ne accumulano più è difficile recapitarle.
RISCHIO DANNO ERARIALE
A conti fatti quello che si rischia è un danno erariale: mediamente in una città grande come la Capitale in un periodo che va dal quattro all’11 gennaio le multe elevate negli anni sono state 50 mila. Quello che si perde in questi giorni potrebbe dunque ammontare a circa 2,5 milioni di euro, pur considerando il fatto che - sempre di media - una multa su tre viene poi pagata nei tempi previsti. Ad essere perse sono anche le spese di gestione, perché il Comune per il lavoro che effettua con gli agenti e per i successivi atti da produrre e verifiche da compiere si rifà sul trasgressore. Anche in questo caso, contributi al momento non monetizzabili.
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Il Messaggero