Più che i mancati incassi per il Campidoglio, il vero problema sono le spese legali che il Comune potrebbe essere costretto a sostenere. Il gran pasticcio della...
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LE TELECAMERE
La preferenziale di via di Portonaccio, cinquecento metri di strada tra l'uscita dell'A24 e la stazione Tiburtina, è stata riattivata lo scorso 20 aprile e dotata di telecamera il 2 maggio. Per il giudice «non è stata preventivamente comunicata ai cittadini e la segnaletica orizzontale e verticale è totalmente inadeguata e invisibile, in spregio alla normativa vigente», si legge nella sentenza con cui è stato accolto il primo ricorso. Nei primi due mesi di controlli elettronici nella corsia riservata ai mezzi pubblici, sono state elevate centinaia di migliaia di multe, ciascuna da 80 euro, che salgono a 94 se non si paga entro cinque giorni. Tra gli automobilisti che hanno già presentato ricorso c'è anche chi ha ricevuto un centinaio di contravvenzioni. La decisione del Giudice di pace, per la Corte dei conti, apre la strada a una serie di bocciature che, sommate tra loro, potrebbero scavare una voragine nelle casse già disastrate del Campidoglio. Nel frattempo, il Comune è corso ai ripari, ammettendo di fatto l'errore. Il 12 luglio le strisce bianche e gialle a terra sono state riverniciate. E nelle scorse settimane lungo la strada la segnaletica è stata sostituita: un nuovo cartello sorretto da un palo ha integrato quelli installati al lati della carreggiata, ma nascosti dagli alberi.
IL GRUPPO
Intanto migliaia di cittadini hanno aderito a un gruppo Facebook creato ad hoc: «Uniamoci contro le multe di via di Portonaccio». Alcuni di loro hanno ricevuto sanzioni per migliaia di euro. «Solo nel mese di maggio le multe sono state 136mila» ha dichiarato il consigliere capitolino per Fratelli d'Italia, Fabrizio Ghera, che aveva anche annunciato un esposto alla Corte dei conti. Proprio Fdi in giugno aveva presentato una mozione alla sindaca Virginia Raggi che prevedeva il ritiro in autotutela delle sanzioni elevate fino al 2 maggio. Visto che la cancellazione di una contravvenzione è di sola competenza del giudice di pace o del prefetto, però, gli automobilisti hanno presentato ricorsi a pioggia. E ora il Comune rischia di pagare un prezzo salatissimo.
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Il Messaggero