Roma, morto il pensionato pestato: fu massacrato di botte per un'ora

Roma, morto il pensionato pestato: fu massacrato di botte per un'ora
ROMA Pierino Franchi, settant'anni, non ce l'ha fatta. Il pensionato picchiato furiosamente da un giovane una quindicina di giorni fa nella periferia nord è morto...

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ROMA Pierino Franchi, settant'anni, non ce l'ha fatta. Il pensionato picchiato furiosamente da un giovane una quindicina di giorni fa nella periferia nord è morto in ospedale e Roma conta un altro delitto insensato e un altro assassino. Ora Daniel Giannelli, l'aggressore, un ventiquattrenne con alcuni precedenti di polizia e qualche problema mentale, dovrà rispondere di omicidio. La violenza esplose in strada, senza un vero perché, nella notte tra il 22 e il 23 ottobre scorsi. Giannelli, appassionato di boxe, se la prese per uno sguardo da parte dell'anziano e lo riempì di calci e di pugni alla testa senza dargli scampo. «Ero pieno di alcol», avrebbe poi detto ai carabinieri al momento del fermo.


L'aggressione è avvenuta in via Gino Cervi, vicino a Via Vigne Nuove, non lontano da Settebagni. Franchi, per le gravissime ferite il volto gonfio, un trauma cranico e un'emorragia cerebrale - era stato portato al policlinico Umberto I. All'inizio Giannelli, rintracciato dai carabinieri dopo poche ore di indagini, era stato scambiato per un vero pugile: in casa gli erano stati trovati un sacco da allenamento e dei guantoni, ma in un secondo momento era stato accertato che gli oggetti appartenevano a un'altra persona. Ma i pugni contro il povero Franchi, boxe o non boxe, erano stati comunque devastanti. La vittima era un ex carabiniere in pensione.

«LO HA MASSACRATO DI BOTTE»
Daniel Giannelli, nonostante avesse la sorveglianza speciale, con l'obbligo di restare a casa nelle ore notturne, era solito frequentare i bar della zona. Il giovane è stato arrestato subito dopo il fatto: coordinati dal capitano Nico Blanco, i militari dell'Arma hanno aspettato che rientrasse a casa, per ammanettarlo. Sui vestiti c'erano tracce di sangue. Appassionato di pugilato, ha confermato le accuse: «Ero gonfio d'alcol, non volevo uccidere nessuno». Il padre, Andrea, è disperato. «Chiediamo perdono ai familiari dell'uomo, sono mortificato, due vite spezzate». «Mio figlio ha aggiunto - è stato trasferito nella sezione dei pedofili e degli stupratori: temo per la sua incolumità. Per i carcerati, donne, bambini e anziani non si toccano».

La famiglia Franchi è scossa e non vuole sentire scuse. «Nessuna pietà per lui - dice la moglie di Pierino - spero che marcisca in galera: ha ucciso mio marito massacrandolo di botte». Soffrendo di insonnia, quella notte, il pensionato era uscito di casa per buttare la spazzatura e fare due passi. La fidanzata di Daniel Giannelli, presente al pestaggio, ha fornito un racconto dettagliato ai carabinieri della compagnia di Montesacro, inchiodando il partner: stando alla versione della ragazza, anche quando l'anziano era stramazzato al suolo sotto il peso dei colpi ricevuti, quando oramai era più morto che vivo, Daniel avrebbe continuato a picchiare duro. «La testimone scrive il gip ha dichiarato che l'azione violenta si è snodata in più riprese, durando circa un'ora».

INSULTI E PUGNI

La ricostruzione ufficiale, contenuta nel documento che ha convalidato l'arresto, parla di ferocia e nichilismo. A notte fonda, dopo aver consumato «sei amari e alcune birre in un bar del luogo», Daniel e la ragazza s'incamminano. Sono entrambi ubriachi. Per strada, incrociano Franchi, lei lo insulta: «Guarda, c'è uno gnomo». Daniel, forse per fare il gradasso, si avvicina e gli sferra un pugno. Il resto è nel verbale d'interrogatorio riempito dalla giovane: «Ha continuato a picchiarlo ha ammesso - per circa un'ora, schiacciandogli la testa sul marciapiede con le suole delle scarpe. Infine gli ha spaccato un bastone addosso». È stato un passante a lanciare l'allarme. Appena giunti sul posto, i sanitari del 118 hanno trovato l'uomo in una pozza di sangue. Aveva il volto sfigurato e non dava segni di vita. Mentre lo colpiva, Giannelli, secondo un altro teste, gridava: «Lo voglio ammazzare!». A Roma, in una notte di periferia, senza un perché che fosse uno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero