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Il caso viene sollevato nell'estate dello scorso anno dai genitori di una bimba affidata agli insegnamenti del maestro dall'età di 8 anni. Non vuole più nemmeno strimpellare la chitarra, teme di incontrare il maestro. «Non voglio - dice - Tocca i miei piedi». La bambina e una compagna frequentano la stessa scuola alla Garbatella e quando i genitori mettono a confronto i malumori delle rispettive figlie scoprono che le piccole riferiscono la stessa identica modalità d'approccio del maestro. Carezze incrociate imposte, che finite alla valutazione dell'autorità giudiziaria, sono state considerate, più che molestie, veri e propri abusi. Per il maestro così ad aprile sono scattati gli arresti domiciliari. Il pm Vincenzo Barba, titolare dell'inchiesta, contesta anche l'aggravante di aver compiuto le violenze «abusando di una prestazione di opera». Non appena gli agenti della Mobile e i colleghi del commissariato San Paolo hanno avviato le indagini il maestro aveva già avuto il sospetto che c'erano delle attenzioni concentrate su di lui: molti genitori avevano annullato le lezioni. Le bambine sono state sentite in audizioni protette e i loro racconti finiti agli atti sono stati considerati «convergenti e credibili». A mettere in difficoltà il maestro, l'approccio che avrebbe avuto con le bambine per ricevere carezze inopportune «afferrando loro le mani e i piedi». Fino a pochi giorni prima dell'arresto, nonostante fosse stato allontanato, il musicista però avrebbe continuato a chiamare le famiglie insistendo e consigliando loro altre lezioni individuali. Così come promesso sul web: «Faremo degli esercizi di scioglimento e velocità per le dita. E continueremo con le tecniche di turno, arpeggio e solistica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero