Meno di Latina e meno di qualsiasi altro comune siciliano o pugliese, dove l'emergenza è più evidente. Dunque, la decisione del sindaco Raggi di lanciare...
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I DATI
In attesa del confronto, palazzo Senatorio ha deciso di invocare una stretta sugli arrivi e sulle conseguenti presenze in città di stranieri provenienti per lo più dall'Africa, sulla base degli ultimi dati: 8.600 tra Roma e provincia per 78 strutture, dei quali 4.694 solo all'interno del Raccordo. Senza considerare, però, che altri 4.000-4.500 non sono censiti perché hanno trovato sistemazione nei palazzi occupati, nelle tendopoli, negli alloggi di fortuna.
Va sottolineato che Roma non può prescindere dal piano varato dal Viminale dopo lunghe trattative con l'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani. E in base a quello dovrà garantire circa 2,5 migranti ogni mille abitanti con una perequazione per i comuni più piccoli. In quest'ultimo caso per quelli dell'hinterland romano. Complessivamente il Lazio dovrebbe riuscire a soddisfare entro dicembre una domanda di 17 mila migranti sulla base delle stime previsionali relative ai prossimi sbarchi (14.992 è il numero di persone accolte dalla Regione finora). Anche se c'è tra gli addetti ai lavori chi ipotizza arrivi fino a 30 mila persone, praticamente il doppio dello scorso anno.
LA REDISTRIBUZIONE
La soluzione potrebbe trovarsi cercando una redistribuzione più equa tra tutti i comuni del Lazio che sono 380, dei quali però solo 167 fanno accoglienza. La prefettura ha già pubblicato un concorso per il reperimento di 8.074 posti. Nel testo sono stati esclusi alcuni comuni della provincia di Roma, tra cui Ariccia e Ciampino, e la Capitale è stata divisa in sei lotti. Un esempio: nel lotto Roma 1 (che comprende il Centro e altri quadranti della città come Aurelio, Trionfale e Cassia) è stata stabilita la quota massima di 259 posti. Una soglia molto più bassa rispetto ai 1.158 posti da rinvenire nei quartieri Appio-Tuscolano, Eur, Torrino, Garbatella. La divisione ha voluto tenere conto anche dei possibili riflessi sociali. Perché la presenza dei centri d'accoglienza, la maggior parte dei quali dislocati finora in quartieri periferici della Capitale, ha sempre creato problemi di ordine pubblico. Il bando non è stato un successo. E altri due sono andati praticamente deserti, mentre la Prefettura ne sta preparando un altro per circa 2.300 posti.
IL SOMMERSO
Numeri elevati, dunque, anche se minori di quelli delle altre grandi città italiane. Senza considerare la realtà del sommerso fatta da quei migranti che transitano per Roma e sono diretti verso altre destinazioni ma esulano dai circuiti tradizionali d'accoglienza. Restano giorni e mesi nella Capitale occupando, a piccoli gruppi anche zone centrali come il parco di Colle Oppio di fronte al Colosseo. Si parla di cifre molto alte: più di 70 mila che transitano ogni anno.
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Il Messaggero