Il compagno assassino di Michela Di Pompeo, Francesco Carrieri, al momento in cui nel maggio 2017 uccise la docente della prestigiosa Deutsche Schule «versava in condizioni...
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L'uomo è stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, dopo una sentenza emessa dal gup capitolino a conclusione del rito abbreviato; adesso aspetta il pronunciamento dei giudici d'appello che arriverà a fine novembre. I due psichiatri, secondo quanto si è appreso (il processo si svolge a porte chiuse), erano chiamati a confrontarsi con gli accertamenti tecnici disposti ed effettuati in sede d'indagine e nel corso del rito abbreviato. In sostanza, due consulenti tecnici (i professori Stefano Ferracuti e Maurizio Marasco) conclusero per la parziale infermità di mente, mentre il perito nominato dal gup (Gianluca Somma) per la totale capacità. Il fatto che i medici avevano valutato l'imputato cronologicamente in tempi diversi - i primi al momento dei fatti, l'altro dopo un anno - ha portato i giudici d'appello a disporre la perizia collegiale oggi discussa in aula. Era il primo maggio 2017 quando, al culmine di una lite, Carrieri colpì la compagna con un peso da palestra, uccidendola sul colpo. Fu lo stesso Carrieri, dopo l'arresto, ad ammettere la sua responsabilità. Secondo quanto al tempo si apprese, disse di avere colpito la compagna al culmine di una lite scaturita dal suo timore di essere lasciato solo.
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Il Messaggero