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«Se non arriva la proroga del governo, dal 2 gennaio chiudiamo tutta la metro A». La frase è stata pronunciata dai tecnici del dipartimento dei Trasporti del Campidoglio, nel corso di una riunione con gli esperti dell’Agenzia della Mobilità comunale. Il fatto è questo: il 31 dicembre scade la manutenzione dei vagoni su cui viaggiano ogni giorno centinaia di migliaia di pendolari. Per completare le nuove revisioni, operazione complessa, servono almeno 5 mesi a treno. Tempo che non c’è più. Qualcuno avrebbe potuto muoversi prima? Sì. È una pratica che si trascina da anni e che è planata sulla scrivania del neo-assessore alla Mobilità di Gualtieri, Eugenio Patané, appena si è insediato, all’inizio di novembre. Patané ha capito subito che nemmeno un miracolo avrebbe permesso agli operai dell’Atac o di altre ditte private di concludere i collaudi in tempo per la dead line di capodanno. Ecco perché la nuova giunta, da novembre, appena entrata nella sala dei bottoni di Palazzo Senatorio, ha alzato il pressing sugli uffici del Ministero dei Trasporti, per strappare una proroga di almeno 10 mesi, per consentire all’Atac di ottenere il bollino dei nuovi collaudi e di salvare nel frattempo le corse della linea arancione.
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RIMPALLO TRA UFFICI
Dopo settimane di tira e molla, di vertici riservati, di rimpalli da un ufficio all’altro del Ministero, il via libera del governo non è ancora arrivato. Ecco perché a Palazzo Senatorio sono pronti al piano B. Un piano drastico: stop a tutte le corse dalle 5.30 del 2 gennaio. Uno scenario drammatico, proprio nel pieno dell’ultima ondata del Covid che sta moltiplicando i contagi.
C’è una data che diventa cruciale per scongiurare la chiusura della principale linea metro della Capitale: è il 30 gennaio, giovedì. A un soffio dal countdown di San Silvestro, che diventa, nei fatti, anche il countdown per lo stop alle corse, si incontreranno per l’ultima volta i tecnici dell’assessorato alla Mobilità di Roma Capitale, con Patané in testa, e i dirigenti del gruppo di lavoro del Ministero. È l’ultimo tentativo del Campidoglio per incassare, in zona Cesarini, una proroga sulle vecchie revisioni e tenere in circolazione i treni.
Il Comune è convinto che non ci siano rischi per i pendolari: una perizia firmata da Andrea Bracciali, professore del dipartimento di Ingegneria industriale dell’università di Firenze, spiega che le possibilità che si registrino problemi di sicurezza sulla linea siano meno dello «0,05%».
Basterà? A Palazzo Senatorio incrociano le dita, ma sono cauti con l’ottimismo.
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Il Messaggero