Roma, telecamere rotte sulla metro A. L'Atac: «Guidare lo stesso»

Le telecamere sono guaste? Il treno viaggia lo stesso. Perfino se vanno in avaria gli impianti che controllano le porte passeggeri, gli accessi da cui ogni giorno salgono e...

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Le telecamere sono guaste? Il treno viaggia lo stesso. Perfino se vanno in avaria gli impianti che controllano le porte passeggeri, gli accessi da cui ogni giorno salgono e scendono centinaia di migliaia di persone. L'ordine a tutti i conducenti è stato diffuso l'altro ieri dall'Atac e varrà per la prima linea di Roma, la metro A, fino al 30 settembre.


Roma, calvario trasporti: navette fantasma e attese infinite per guasti record

L'obiettivo è ridurre uno dei guasti più comuni dei convogli, piuttosto datati. E pazienza se a qualcuno la misura potrà sembrare pericolosa. Soprattutto dopo gli incidenti degli ultimi due anni: l'ultimo, il 27 gennaio scorso, nella stazione della metro B a Garbatella, quando una donna, Joanna Maziarz, è stata sbalestrata per 20 metri sulla banchina dopo essere rimasta impigliata a un portellone. Stesso film del 2017, quando una bielorussa di 45 anni, Natalya Garkovich, rimase agganciata con le buste della spesa a un treno in partenza, finendo trascinata sul bordo esterno, un tragico incidente che le ha causato danni irreparabili.

I CONTROLLI «POSITIVI»
L'Atac garantisce che sia tutto a norma e sicuro. La società del Campidoglio ha in mano, come si legge nella disposizione spedita ai macchinisti, «l'esito positivo di prove e verifiche» effettuate il mese scorso e ha anche ottenuto il via libera del ministero dei Trasporti: l'Ustif, l'organo periferico del dicastero, ha detto che è tutto ok. «Parere favorevole». Ecco allora l'ordine ai depositi: i treni della metro A potranno viaggiare anche con l'impianto delle telecamere «con funzionamento degradato». Avanti spediti, quindi, anche se «non è attiva la visualizzazione dell'area interessata dall'azionamento della maniglia di emergenza» e addirittura se «non è attiva la visualizzazione della fiancata del treno in fase di salita e discesa dei passeggeri».

Ma tranquilli, l'Atac ha chiesto ai conducenti di «attenersi a quanto prescritto dal regolamento circolazione dei treni» e di «accertarsi sempre del regolare incarrozzamento dei passeggeri». E come ci si chiede se le telecamere sono kappaò? Con lo specchietto retrovisore. Che però, si è già dimostrato, non è infallibile, soprattutto per la parte finale del convoglio, che è molto distante. Tradotto: in certi casi la visuale risulta appiattita. Lo disse alla polizia lo stesso macchinista dell'incidente della Garkovich, nel 2017: prima di partire ho controllato ma non ho notato nulla. «Tra il segnale sonoro e la chiusura delle porte trascorrono circa dieci secondi - raccontò agli agenti - ho visto lo spazio tra i vagoni e la linea gialla liberi, quindi sono ripartito».


D'ora in poi, però, «eventuali segnalazioni di avaria non dovranno essere prese in considerazione». L'Atac ha comunque invitato tutti gli addetti a fare in modo che «siano applicate le procedure di emergenza in caso di ogni possibile situazione di pericolo». Nonostante le rassicurazioni, tra i conducenti serpeggia più di una preoccupazione. Come trapela anche dai sindacati. «Chi ha fatto questa scelta si prenderà le sue responsabilità commenta Claudio De Francesco, segretario generale della Faisa Sicel - A nostro parere con i mezzi vecchi, la visuale di un treno di cento metri è limitata e lo specchietto da solo non è una garanzia assoluta. Pensiamo alle grandi stazioni, con le banchine sovraffollate nelle ore di punta. Le telecamere possono risultare decisive. La sicurezza dev'essere sempre al primo posto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero