Roma, mense, a scuola solo bio e cottura light

Roma, mense, a scuola solo bio e cottura light
Almeno il 40 per cento degli alimenti dovrà arrivare dall’agricoltura biologica, il pesce surgelato non deve essere ottenuto da prodotti ricomposti, no a dadi ed...

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Almeno il 40 per cento degli alimenti dovrà arrivare dall’agricoltura biologica, il pesce surgelato non deve essere ottenuto da prodotti ricomposti, no a dadi ed estratti per brodi o minestre così come a cibi precotti, mentre per la cottura sono ammesse solo pentole in acciaio inox o in vetro. Sono solo alcuni degli standard imposti dal Comune a chi si aggiudicherà il nuovo appalto per le mense scolastiche di Guidonia, le cui procedure di gara sono state appena avviate. Si parla di 2.700 pasti al giorno, quasi 490mila all’anno, da servire nei refettori dei nove istituti comprensivi della città. 

 
Il servizio sarà affidato con la formula di tre anni rinnovabili per altri due per un ammontare complessivo di circa 12 milioni di euro. Un’operazione che rappresenta, per impatto economico e numeri, il secondo appalto più importante dopo quello dei rifiuti. La gara sarà condotta dalla centrale unica di committenza della IX Comunità Montana. I parametri dovranno rispettare un “basso impatto ambientale” e le regole basilari della “green economy”. «Al fine di perseguire un’alimentazione di ottima qualità e rispettosa dell’ambiente anche nei processi di produzione e consegna degli alimenti – spiegano da Palazzo Guidoni -, grande attenzione è stata data all’utilizzo di prodotti biologici, tipici e tradizionali, di quelli a denominazione protetta, nonché di quelli provenienti da sistemi di filiera corta e da operatori dell’agricoltura sociale, del rispetto delle disposizioni ambientali in materia di green economy».

Grande attenzione anche al contenimento degli sprechi, su cui si sofferma il capitolato: premesso che è vietata ogni forma di riutilizzo dei cibi nei giorni successivi, ogni anno dovrà essere presentata una relazione sulla quantità approssimativa dei prodotti alimentari non consumati e sulle misure intraprese per ridurre tali quantità. Le offerte dovranno fornire il piano delle azioni da promuovere per l’utilizzo dei residui mensa e la distribuzione a fini benefici delle derrate non consumate (che sarà valutato come criterio premiante).
 

Indicazioni anche sulle tecniche da preferire: «Le preparazioni al vapore dei contorni previsti nei menù sono da considerarsi come tecnologia di cottura preferenziale rispetto alla cottura per immersione in acqua». «Crediamo fortemente che l’educazione alimentare sia fondamentale per la salute dei nostri bambini - dichiara l’assessore alla Pubblica istruzione, Elisa Strani - e abbiamo voluto mettere a disposizione delle famiglie un’offerta completa e responsabile anche dal punto di vista ambientale. Ringrazio gli uffici per l’impegno dimostrato, un ottimo lavoro nell’esclusivo interesse dei cittadini».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero