Bochicchio, la strana morte del truffatore dei vip. Le ipotesi: malore o suicidio

Domani era prevista la terza udienza del processo a suo carico. L'uomo era agli arresti domiciliari

Massimo Bochicchio muore in un incidente in moto
Lo schianto in sella alla Bmw e poi le fiamme che non gli hanno lasciato scampo. Dietro la sua morte, Massimo Bochicchio, il broker che ha truffato per milioni di euro vip come...

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Lo schianto in sella alla Bmw e poi le fiamme che non gli hanno lasciato scampo. Dietro la sua morte, Massimo Bochicchio, il broker che ha truffato per milioni di euro vip come l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e l’ex mister dell’Inter Antonio Conte, lascia una scia di misteri. A partire dalla dinamica dell’incidente: ieri mattina poco dopo le 12, il 56enne agli arresti domiciliari per riciclaggio e abusiva attività finanziaria, ma con un permesso concordato, stava viaggiando lungo la via Salaria, quando, all’altezza del civico 875, si è schiantato contro un muro. Il giallo inizia qui: sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata. Non c’erano buche o cunette sull’asfalto. Nessun altro veicolo è rimasto coinvolto nel sinistro. Secondo alcuni testimoni stava percorrendo un rettilineo a velocità sostenuta, quando la traiettoria della moto ha deviato ed è andata a impattare violentemente contro il muretto. Resta dunque da chiarire cosa abbia causato l’incidente. L’ipotesi più probabile, secondo la Procura di Roma, è che il broker abbia avuto un malore improvviso e che, per questo motivo, abbia perso il controllo del mezzo. L’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del suicidio: lo stress potrebbe averlo piegato a tal punto da spingerlo all’estremo gesto, considerato che oggi era atteso in aula, davanti al Tribunale di Roma, per la prima udienza del processo a suo carico e tanti dei suoi clienti reclamavano i soldi che gli avevano affidato per gli investimenti. Non si può nemmeno escludere, per il momento, la pista della vendetta: il passato burrascoso tra truffe e raggiri, potrebbe avergli presentato il “conto”.

Le perizie

I vigili urbani del Gruppo Nomentano incaricati delle indagini, hanno intanto disposto il sequestro di ciò che resta del mezzo. I tecnici dovranno ora stabilire le condizioni del sistema frenante della Bmw. Una delle ipotesi è che non siano entrati in funzione i freni. Un guasto? Una manomissione? Solo i periti potranno chiarirlo. Così come è da verificare a che velocità stava viaggiando l’imprenditore al momento dello schianto. Infine c’è da stabilire l’origine del rogo nel quale è rimasto carbonizzato: secondo i vigili del fuoco, arrivati sul posto poco dopo lo schianto, il serbatoio della moto si era staccato. A quel punto, la miccia si sarebbe accesa con le fiamme che hanno camminato fino al corpo del broker già privo di sensi. I palmi delle mani erano infatti aperti, segno che dopo l’impatto con il muretto (e prima del rogo) era già morto o comunque svenuto. Gli agenti della Municipale, hanno quindi proceduto con i rilievi sull’asfalto e hanno raccolto le testimonianze. Un automobilista, in particolare, avrebbe riferito di aver visto «la moto sfilare lungo la via Salaria e poi cadere e prendere fuoco». Tutto sarebbe avvenuto in una manciata di secondi. Con le fiamme che hanno reso irriconoscibile il corpo della vittima, rimasta senza identità per alcune ore. Gli agenti sono risaliti al suo nome dalla targa della moto. Il corpo era infatti irriconoscibile a causa delle ustioni e il rogo ha bruciato i documenti che aveva con sé.

L’autopsia

Per stabilire se il broker abbia accusato un malore fatale mentre era alla guida della Bmw saranno determinanti i risultati degli esami autoptici che il pm di turno, Andrea Cusani, affiderà oggi al medico legale. La salma è stata traslata ieri pomeriggio all’Istituto del Verano per effettuare l’esame del dna. Allo stesso tempo, gli investigatori dovranno ricostruire le ultime ore di vita della vittima e in che condizioni psico-fisiche era alla guida della moto. Il magistrato ha anche affidato ai finanzieri del nucleo di polizia valutaria una delega specifica per capire se il 56enne abbia ricevuto delle minacce. Per questo ieri sera sono andati nella sua abitazione e sono usciti con uno scatolone pieno di documenti. Si cerca anche un biglietto di addio per capire se l’uomo abbia deciso volontariamente di porre fine alla sua vita. 

 

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Il Messaggero