Marzano, strappo in giunta M5S: «Le mie dimissioni sono pronte»

Marzano, strappo in giunta M5S: «Le mie dimissioni sono pronte»
«Le mie dimissioni sono pronte, basta mettere la data». L'assessore Flavia Marzano domenica notte su Facebook ha dato sfogo a un malessere che porta avanti da...

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«Le mie dimissioni sono pronte, basta mettere la data». L'assessore Flavia Marzano domenica notte su Facebook ha dato sfogo a un malessere che porta avanti da diverso tempo a suon di post e tweet. Riguarda la vicenda della Casa delle donne. Nei giorni scorsi il Campidoglio ha annunciato la revoca della convenzione per il palazzo di via della Lungara. Il motivo: quasi 900 mila euro, denuncia da tempo il Comune, di affitti mai pagati all'amministrazione dalle attiviste. Le stesse che ormai hanno ingaggiato una vera e propria battaglia contro Virginia Raggi a suon di adesioni pesanti al motto resistere resistere resistere: Paola Turci, Fiorella Mannoia, Tosca, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco, Anna Foglietta, Emanuela Fanelli, Paola Minaccioni, Noemi, Federica Rosellini, Silvia Salvatori e il fumettista Zero Calcare.


Ora però il dibattito si sposta dentro alla giunta, con l'assessore Marzano che si dice pronta allo strappo se la situazione non sarà sanata.

LO SFOGO
«La Casa delle donne - spiega Marzano - va salvata a tutti i costi e occorre trovare una transazione con il Comune prima del nuovo bando». La responsabile della Roma Semplice, femminista e con un passato molto forte a sinistra, fa anche una proposta: una raccolta fondi per saldare il debito. Su internet è partita una mobilitazione che ha già raccolto 200 mila firme. «Se ciascuno desse un euro, la situazione si potrebbe sbloccare. Da parte mia ho già versato 200 euro, un piccolo contributo per una battaglia in cui credo».

La trattativa va avanti anche se sembra essere finita su un piano inclinato. Il Campidoglio ha presentato al consorzio che gestisce l'immobile una serie di soluzioni «fattive e legalmente percorribili». Si va da una garanzia bancaria per il rientro del debito fino allo spostamento di alcuni servizi erogati ora a Trastevere nelle periferie. Il Consorzio ha però bocciato queste proposte: «Mai, sarebbe uno sfratto». In mancanza di soluzioni alternative e a causa dell'impossibilità del Consorzio di far fronte alle spese e al saldo delle precedenti rateizzazioni del debito, «la concessione sarà revocata d'ufficio», spiegano dal Comune. Marzano sa benissimo che occorre sbloccare questa vicenda, altrimenti nessun dirigente firmerà mai il rinnovo della convenzione per non incappare nella Corte dei Conti. La faccenda rimane molto spinosa. Dal Comune spiegano: «La soluzione della rimodulazione del canone al ribasso, richiesta, non può trovare accoglimento, dal momento che il consorzio gode di un canone abbattuto già del 90% rispetto al valore di mercato».

LE CRITICHE

Marzano è molta attiva su questo fronte, anche se come lamentano in Campidoglio è poco presente in Comune «e con la scusa dell'innovazione gira l'Europa e l'Italia», si lamentano a Palazzo Senatorio, ricordando che ieri per esempio è stata molto attiva alla JazzInn di Pietralcina invece di «trovare una soluzione alle liste di attesa per rinnovare le carte d'identità». Insomma, il clima è questo. Da una parte le critiche dei grillini, dall'altra la battaglia per la Casa delle donne con una minaccia: «Mi dimetto». Affermazione che a diversi potrebbe far tirare un sospiro di sollievo.
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Il Messaggero