Martina, maturanda al nono mese: «Lo chiamerò Francesco come Totti»

Martina, maturanda al nono mese: «Lo chiamerò Francesco come Totti»
Due occhi verdi magnetici, lunghi capelli neri e un pancione giunto al nono mese di gravidanza. Così Martina Angelini ha sostenuto l'esame di maturità al liceo...

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Due occhi verdi magnetici, lunghi capelli neri e un pancione giunto al nono mese di gravidanza. Così Martina Angelini ha sostenuto l'esame di maturità al liceo artistico Sarandi di via della Cecchina, a Roma. Diciannove anni, un diploma da raggiungere e un maschietto da mettere al mondo, in un mix di emozioni e attesa. E non è certo sola: al suo fianco c'è Matteo, il suo ragazzo, un compagno di classe con cui è fidanzata da un anno e mezzo.


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Mano nella mano, i due sono stati interrogati a distanza di un'ora l'uno dall'altra. Una storia bellissima, che ha emozionato l'intero liceo: i due ragazzi infatti si sono conosciuti sui banchi di scuola e da quella stessa scuola hanno ricevuto il sostegno dei compagni e dei docenti. «All'inizio non è stato semplice – racconta Martina - ho scoperto di essere incinta dal medico, ero insieme a mia madre e non l'ha presa benissimo. Ora è felice quanto me, la mia famiglia e la famiglia di Matteo ci sostengono: i nostri genitori non vedono l'ora che nasca il bambino».

Mentre parla, Martina non smette di accarezzarsi la pancia neanche per un attimo: «Durante l'orale ha scalciato tantissimo - continua - forse perché mi sono emozionata davanti alla commissione. I professori sono stati carini con me, anche quelli esterni che non mi conoscono, mi hanno tenuta un'ora e dieci minuti ed ho potuto esporre la mia tesina, centrata sulla maternità».

Giovanissima e con tanto entusiasmo, Martina è conosciuta da tutti, a scuola, come una ragazza serena, matura: «Quando ho saputo di aspettare un figlio - racconta - non ho pensato neanche per un attimo al da farsi. Ho capito subito che lo volevo. Con Matteo avevamo parlato del nostro futuro, del sogno di diventare genitori ma mai avremmo pensato che questo giorno sarebbe arrivato tanto presto. Vorrei iscrivermi all'Accademia delle Belle Arti ma lo farò il prossimo anno. Quest'anno penserò solo al bambino».


Vicino a lei, a tenerle la mano, c'è Matteo con la sua tesina sul calcio che racchiude tra le pagine il sogno del giovane di diventare, un giorno, giornalista sportivo: entrambi sono tifosissimi della Roma. Alla domanda "avete pensato al nome da dargli?" non hanno un attimo di esitazione: «Certo che ci abbiamo pensato, si chiamerà Francesco».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero