Caso Marra, Anac: «Conflitto di interessi per la nomina del fratello»

Caso Marra, Anac: «Conflitto di interessi per la nomina del fratello»
Il raggio magico rischia di costare molto caro a Virginia Raggi, anche ora che è stato smantellato. Si concentrano tutti sulle persone fino a ieri più vicine alla...

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Il raggio magico rischia di costare molto caro a Virginia Raggi, anche ora che è stato smantellato. Si concentrano tutti sulle persone fino a ieri più vicine alla sindaca di Roma - Raffaele Marra, Salvatore Romeo e Paola Muraro - le inchieste e gli accertamenti amministrativi che potrebbero sfociare in un'indagine penale sull'avvocatessa cinquestelle. Inoltre c'è da risolvere la grana del bilancio del Campidoglio dopo la bocciatura dei revisori dei conti del Comune: c'è tempo fino al 28 febbraio prima del rischio di un commissariamento. All'assedio di fatto su Raggi si unisce l'Autorità anticorruzione (Anac), che sulla nomina alla direzione Turismo di Renato Marra, fratello del capo del personale Raffaele - in carcere accusato di corruzione -, sostiene che la sindaca sapeva del conflitto di interessi. Lo ha dichiarato nel documento inviato all'Anac, ma ciò «non è sufficiente per rimuoverlo», si legge nella delibera dell'Authority di Raffaele Cantone. Inoltre c'è contraddizione tra l'aver rivendicato l'autonomia totale nella nomina e l'aver scritto di una «istruttoria svolta dalle strutture competenti».


La sindaca, secondo Anac, doveva escludere del tutto Raffaele Marra dalla nomina del fratello. Per l'ex vicecapo gabinetto si configura un conflitto di interessi e gli atti vanno in Procura. I rilievi dell'Anac inviati dall'anticorruzione in procura confluiranno nella più ampia inchiesta sulle nomine della giunta Raggi. I guai giudiziari per la sindaca potrebbero venire da questo fronte come da quello di Romeo, ormai ex capo della segreteria politica. Si è dimesso oggi e ha preso le sue cose in Comune, chiedendo scusa ai romani per «errori di valutazione, in considerazione delle vicende che hanno coinvolto Raffaele Marra», ma dicendosi estraneo ai suoi problemi con la giustizia. Romeo lascia «per evitare che attaccando la mia persona si possa nuocere allo straordinario lavoro che si sta svolgendo in Campidoglio», dice ringraziando la sindaca. La quale ha fatto mettere in aspettativa Romeo da funzionario comunale per riassumerlo al triplo dello stipendio. E anche su questo rischia di essere indagata. Ha invece ricevuto da tempo un avviso di garanzia per reati ambientali l'ex assessore all'Ambiente Muraro, stasera sentita a lungo dai pm per una vicenda precedente all'amministrazione Raggi, quando era consulente di Ama, l'azienda municipalizzata dei rifiuti.

Sul rischio di indagini si è espresso giorni fa in un post Beppe Grillo, prospettando un codice etico per gli eletti senza dimissioni automatiche in caso siano indagati. Una novità sulla quale però finora non è trapelato altro. Il tempo lavora contro Raggi, che in caso di avviso ha detto «valuterò». È conto alla rovescia intanto per l'approvazione del bilancio di previsione del Campidoglio, ieri bocciato in larga parte dall'Organo di revisione economico-finanziaria (Oref) del Comune. La giunta dovrà approvare un nuovo documento e portarlo in Assemblea capitolina per l'approvazione entro il 28 febbraio, pena l'intervento del prefetto e il rischio commissario. «Lavoreremo anche a Natale - dice l'assessore al Bilancio Andrea Mazzillo -, ma chi parla di fallimento o commissariamento non sa che dice». Il vicepresidente M5S dell'Assemblea Enrico Stefano invece nota che l'Oref ha sforato di tre giorni il termine per il parere, ma «capiamo e rispettiamo le osservazioni dell'Oref».


«Se Raggi cadrà sarà sul bilancio», profetizza l'ex sindaco Pd Ignazio Marino. Lei non sembra scoraggiarsi. È al lavoro per trovare un nuovo capo del personale, dopo l'arresto di Marra, ed è in pole il dirigente comunale Angelo Ottavianelli. E affida all'assessore alle Partecipate Massimo Colomban - imprenditore veneto vicino alla Casaleggio Associati - anche il compito di riorganizzare e snellire la macchina amministrativa del Campidoglio.
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Il Messaggero