Marino e le multe non pagate: il pasticcio con i permessi Ztl

Marino e le multe non pagate: il pasticcio con i permessi Ztl
La Panda rossa del sindaco Ignazio Marino diventa un caso, anzi tre: uno è politico, un altro amministrativo e l'ultimo è giuridico. E tutti imbarazzano non poco il...

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La Panda rossa del sindaco Ignazio Marino diventa un caso, anzi tre: uno è politico, un altro amministrativo e l'ultimo è giuridico. E tutti imbarazzano non poco il Campidoglio, che, per tutta la giornata di ieri, ha dovuto diramare una serie di note esplicative per fornire una spiegazione valida che giustificasse la cancellazione di alcune multe che erano state elevate al primo cittadino. Nello specifico: nove multe da 80 euro l'una, tutte finite nel terminale dell'ufficio contravvenzioni di Roma Capitale. Eppure, risulta che le sanzioni non sarebbero mai state notificate. Anche se, in qualche modo, il sindaco deve essere stato informato visto che in Campidoglio spiegano che lo stesso Marino avrebbe addirittura presentato il ricorso per la cosiddetta «autotutela» che avrebbe sortito la cancellazione delle sanzioni. A gestire la procedura che - dicono in Campidoglio - può essere attivata da ogni cittadino che si dimentica di rinnovare il permesso della Zona a traffico limitato, sarebbe stata l'Agenzia della Mobilità.

IL GIALLO
E' questo il primo elemento di mistero in una vicenda ancora da chiarire; perché a valutare la fondatezza della procedura di autotutela è, per legge, la polizia municipale, cioè la stessa autorità che eleva le contravvenzioni. Che, nel dettaglio, partono dal 24 giugno 2013 e arrivano fino al 21 agosto 2014, cioè il giorno in cui risulta rilasciato il nuovo permesso. Ma entrando più nel dettaglio delle sanzioni (delle quali pubblichiamo l'elenco tratto dai terminali della Municipale), nell'elenco ne spuntano altre cinque: una del 3 maggio 2013; tre del 24 maggio 2013 e una del 29 settembre. Nelle apposite caselle che indicano l'avvenuta notifica, spuntano solo lettere: in alcuni casi una S (si) in altri la N (no). Stesso dicasi per il numero di targa, che alcune volte è indicata solo parzialmente.


L'INTERROGAZIONE
Proprio su questi elementi si basa l'interrogazione al ministro dell'Interno che il senatore di Ncd, Andrea Augello, ha presentato tre giorni fa. Il dubbio del parlamentare è che qualcuno possa aver «bloccato d'ufficio le multe sanando i due mesi di mancato rinnovo del permesso come se si trattasse di un errore del Comune e non di una ritardata richiesta del titolo da parte del beneficiario». Una situazione che, metterebbe il sindaco in una posizione davvero scomoda. Perché, dice Augello, «secondo il Testo unico enti locali, il sindaco non può avere una lite pendente con il Comune che guida, pena la decadenza». Da parte sua, ieri Marino ha provato a fare un po' di chiarezza: «Ho proceduto al blocco degli accertamenti mediante l'istituto dell'autotutela».
Questa procedura «utilizza il termine ricorso in modo atecnico, includendovi anche il procedimento di autotutela», sostiene. E la precisazione sulla terminologia da utilizzare per le procedura di autotutela serve chiaramente a disinnescare la mina che Augello ha piazzato sotto la sua poltrona: perché se fosse pacifico che Marino ha «ricorso» contro una multa, si configurerebbe quella condizione prevista dalla legge per giustificare le sue dimissioni.

CARTELLA ESATTORIALE

«Le multe elevate al sindaco dal 2008 al 2014 sono 28 e su di esse non c'è alcuna pendenza con Roma Capitale», tengono a precisare dal suo entourage. Eppure, a guardare bene, qualche cartella esattoriale è ancora in corso di notifica: sempre nel famoso cervellone dell'ufficio contravvenzioni c'è una multa del 2010 (che misteriosamente non risulta essere stata notificata) finita in una cartella esattoriale che (anch'essa) risulta in corso di notifica. E se dall'opposizione piovono critiche, la leader dell'Altra Destra Sveva Belviso arriva a portare una carriola piena di multe di romani in regalo al sindaco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero