Marino pensa di ricandidarsi, braccio di ferro con il Pd

Marino pensa di ricandidarsi, braccio di ferro con il Pd
Forse non sperava più in quel «riconoscimento politico» che aveva chiesto al Nazareno, tramite canali informali, fin dai giorni precedenti all'annuncio delle dimissioni. Ma...

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Forse non sperava più in quel «riconoscimento politico» che aveva chiesto al Nazareno, tramite canali informali, fin dai giorni precedenti all'annuncio delle dimissioni. Ma Ignazio Marino non si aspettava un affondo così virulento da parte di Matteo Orfini. Il commissario romano dem ieri ha sottolineato «l'infinita serie di errori» che hanno «definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città». Ricordando che «le ultime, inquietanti vicende, a cui ancora oggi non è stata data una spiegazione, hanno finito per incrinare la fiducia nei suoi confronti». Un duro colpo per il chirurgo dem, incassato subito dopo un altro uno-due mal digerito dall'inquilino uscente del Campidoglio: lo sblocco della seconda tranche dei fondi per il Giubileo, avvenuto curiosamente poche ore dopo l'annuncio delle dimissioni; e il secco «Ignazio Marino» utilizzato da Matteo Renzi nel riferirsi al primo cittadino di Roma sulle colonne de l'Unità. Una serie di eventi che gli ha ulteriormente guastato l'umore.




LA CAMPAGNA

Il sabato a Palazzo Senatorio si è trasformato un susseguirsi di voci e indiscrezioni su una possibile marcia indietro sull'addio annunciato giovedì sera comunale. L'apertura di credito della Lista civica - «se Marino intende rilanciare noi lo sosterremo», annuncia il consigliere radicale Riccardo Magi - seguita a quella di Sel, fanno presagire al Pd foschi scenari da scontro all'arma bianca in assemblea capitolina, condite da un'imprevedibile conta su mozioni di sfiducia contro un sindaco asserragliato al suo posto. E l'annullamento della partecipazione di Marino alla trasmissione di Raitre “Che tempo che fa”, annunciata venerdì e cancellata nel primo pomeriggio di ieri, contribuisce a far lievitare la tensione tra i dem romani.



Alla fine è lo stesso chirurgo a fugare i dubbi, durante l'incontro a Palazzo Senatorio con i presidenti dei Municipi cittadini: domani presenterà le dimissioni formali, che diventeranno «effettive e irrevocabili nell'arco dei venti giorni successivi», conferma ai minisindaci. Ma il timore più forte, nel centrosinistra, è che Marino stia pensando a ricandidarsi. L'operazione potrebbe concretizzarsi con una lista con il suo nome, magari appoggiata da Sel e da altre realtà in rotta con il Partito democratico. Il timore, nel centrosinistra, è che una nuova discesa in campo del primo cittadino uscente possa condannare i democrat alla sconfitta, favorendo M5s e centrodestra. A condurre le operazioni, almeno in questa prima fase, sarebbe Alessandra Cattoi, attuale assessore capitolino al patrimonio e fedelissima del cerchio magico di Marino, diventata negli ultimi giorni la promotrice di tutte le iniziative a sostegno del sindaco. Oggi, tanto per cominciare, è stata convocata via Facebook una manifestazione in piazza del Campidoglio in suo favore. E sul web sono state già raccolte 27 mila firme affinché resti al suo posto.

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Il Messaggero