Ladispoli, Marco Vannini avrebbe compiuto 25 anni: la mamma prepara la torta preferita dal figlio

«Alle 13 in punto abbiamo spento le candeline. E’ l’ora precisa in cui è nato nostro figlio. Per lui ho preparato il dolce che più amava»....

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«Alle 13 in punto abbiamo spento le candeline. E’ l’ora precisa in cui è nato nostro figlio. Per lui ho preparato il dolce che più amava». Trattiene a fatica la commozione Marina Conte, la madre di Marco Vannini. Il giovane cerveterano, ucciso con un colpo di pistola il 17 maggio del 2015 nella casa della sua fidanzata a Ladispoli, ieri avrebbe festeggiato 25 anni. Il giorno prima in realtà Marina ha infornato con cura la torta di mele per il suo angelo biondo. «Tanti auguri Marco, è come se l’avessimo mangiata insieme a papà. Ho messo sopra le candele azzurre e tu sei qui con noi», è la dedica della mamma, che poi si sfoga: «Avresti compiuto 25 anni se non ti avessero portato via da noi in un modo così brutale».

Marco chiedeva sempre quel dolce preparato con una ricetta speciale. «Non è una torta di mele qualsiasi – precisa Valerio Vannini, il padre della vittima – a lui piaceva inzuppata con l’alchermes e i pezzi di frutta messi più internamente che diventavano rossi». 

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Migliaia di messaggi e telefonate sono arrivati ai genitori della vittima chiusi nella loro abitazione a Cerveteri. Poesie e solidarietà da tutta Italia sulla pagina Facebook dedicata al ragazzo che aveva un sogno nel cassetto: diventare un pilota dell’Aeronautica. «Non ci aspettavamo questo affetto in piena emergenza sanitaria globale – ammette Valerio Vannini – e invece tutti si sono ricordati di Marco anche a pochi giorni dalla Pasqua. Ci fa piacere naturalmente. Il silenzio è ancora più assordante in casa ma l’abbraccio del popolo italiano, seppur virtuale, ci rincuora e ci dà forza per andare avanti». I Vannini stanno ancora lottando per ottenere Giustizia. I giudici della Corte di Cassazione, lo scorso 7 febbraio, hanno stabilito un Appello bis per la famiglia Ciontoli: Antonio, il capofamiglia nella Marina militare e nei servizi segreti che ha premuto il grilletto della propria Calibro 9, la moglie Maria Pezzillo e i figli, Federico e Martina. Erano tutti presenti nella villa di via De Gasperi la sera della tragedia e rischiano ora il carcere per omicidio volontario. Marina non può neanche andare al cimitero a portare un fiore a Marco. «Devo rispettare le regole – conclude la madre - anche se è difficile restare in casa. Per fortuna ci ha pensato il nostro sindaco a posarli sulla sua tomba: lo ringrazio per il bel gesto».

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Il Messaggero