Sparatoria in sinagoga, solidarietà dalla comunità ebraica romana: sabato marcia della memoria

Sparatoria di Halle, solidarietà dalla comunità ebraica romana: sabato marcia della memoria
La tradizionale marcia, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio insieme alla Comunità Ebraica romana in ricordo della deportazione del 16 ottobre 1943,...

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La tradizionale marcia, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio insieme alla Comunità Ebraica romana in ricordo della deportazione del 16 ottobre 1943, sarà quest'anno «una manifestazione di memoria e al tempo stesso di solidarietà». Dopo l'attacco alla sinagoga di Halle, in Germania, la marcia sarà un'occasione anche «per prendere le distanze da un linguaggio di odio e una propaganda che rendono più dura la convivenza civile e aprono le porte ad atti di violenza», spiega Sant'Egidio. È l'appello che salirà dalla manifestazione di sabato prossimo nel cuore di Roma, alla quale parteciperanno cittadini romani di ogni età e credo religioso, tra cui studenti delle scuole romane e immigrati «nuovi italiani».


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La marcia silenziosa per le vie di Trastevere e del quartiere ebraico sarà accompagnata da alcuni cartelli con i nomi dei campi di concentramento nazisti e si concluderà presso il Tempio maggiore di Roma con gli interventi di alcune personalità. L'appuntamento sarà alle 19.15 a piazza Santa Maria in Trastevere per dirigersi verso Portico d'Ottavia seguendo, a ritroso, il percorso dei deportati del 16 ottobre 1943, che dal quartiere ebraico di Roma vennero condotti fino al Collegio militare a Trastevere, prima di essere imprigionati nei treni con destinazione Auschwitz-Birkenau. Alla fine della marcia, alla quale parteciperanno anche autorità civili e istituzionali, interverranno tra gli altri la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, il rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, e il presidente della Commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, il vescovo Ambrogio Spreafico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero