Marchini: non mi ritiro, vedrò Berlusconi e Meloni. Ecco le mie 101 proposte per Roma

«Ritirarmi? Non ci penso proprio». Lo ha detto il candidato sindaco Alfio Marchini annunciando che «nei prossimi giorni presenterò il mio programma a...

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«Ritirarmi? Non ci penso proprio». Lo ha detto il candidato sindaco Alfio Marchini annunciando che «nei prossimi giorni presenterò il mio programma a Berlusconi e Meloni perché è mio dovere: poi ciascuno si assumerà le proprie responsabilità». «Restiamo in campo perché la Lista Marchini è una cosa per Roma e non ha nessuna intenzione di appoggiare chicchessia», ha aggiunto Marchini - che oggi ha presetnato 101 proposte per Roma - mentre continuano le pressione di una parte del centrodestra su Guido Bertolaso perché ritiri la sua candidatura. 


«Nei prossimi giorni incontrerò Berlusconi, Meloni e gli altri leader del centrodestra, non per parlare di alleanze, ma per presentare il nostro progetto, il nostro piano industriale per Roma», ha continuato Marchini intervenendo a L'aria che tira su La7.

«Alla fine, nell'ex centrodestra, rimarranno al massimo due candidati. La lista Marchini ci sarà perché ho Roma nel cuore», ha detto ancora il candidato aggiungendo: «Se avessi voluto una poltrona lo avrei fatto anni fa». «Mi sono candidato perché amo Roma. Se fossi stato convinto dell'esistenza di un'alternativa non mi sarei candidato o avrei fatto un accordo», ha aggiunto. 

«No, non ho sentito Giorgia Meloni. La mia è una posizione che esprimo in realtà da due mesi, la necessità di ricondurre tutto a unità. Io vorrei che ci fosse anche la convergenza programmatica. Mi pare di capire che sia stato adottato una specie di metodo diverso dalle primarie, adesso valgono i sondaggi». Così intanto all'Adnkronos il leader della Destra Francesco Storace, candidato sindaco di Roma.

«Abbiamo letto del sondaggio sul Tempo che ci fa risalire al 5% e questo è un motivo in più per essere uniti, perché divisi rischiamo di perdere - ha aggiunto Storace - Ma è chiaro che deve valere per tutti, altrimenti siamo in campo». «Io ho espresso un auspicio - ha ribadito Storace -. Prendo atto anche delle dichiarazioni che ha fatto Marchini nei miei confronti, ha detto che sono l'unico che ha anteposto la coalizione al suo tornaconto, ed è la verità. Però poi se non succede nulla sarò durissimo in campagna elettorale nel denunciare chi ha impedito tutto questo e sta favorendo i nostri avversari».

Alla domanda se Forza Italia sia unita sulla candidatura di Guido Bertolaso a sindaco di Roma, Storace ha risposto: «Assolutamente no, gli unici uniti sono Bertolaso e Berlusconi che però sono quelli decisivi. Secondo me se Berlusconi convince Bertolaso a rinunciare fa un gesto saggio». Quanto al candidato del centrodestra su cui dovrebbe convergere la coalizione, secondo Storace «se ci sono i sondaggi al posto delle primarie la risposta è implicita: è chiaro che la Meloni è la favorita da questo punto di vista, ma quanto regge non lo so se continua questa situazione di stallo».

«L'agenda del fare 2016/2021», con il motto «Io amo Roma» e l'obiettivo di rendere la Capitale «aperta, coesa, sostenibile e competitiva», attraverso il «primo piano strutturale della città», in 101 punti, scritto «grazie all'impegno dei volontari, dei centri studi, dei gruppi territoriali», individuando «soluzioni concrete e praticabili». Azioni di governo «tutte innovative e già pronte per essere attuate»: interventi «virtuosi», in grado di «rimettere in moto, da subito»
la Città Eterna e restituirle «dignità, orgoglio e rango che le sono propri in quanto Capitale d'Italia, centro della cristianità e culla della civiltà moderna». È il programma presentato intanto oggi da Marchini, durante una conferenza stampa nella sede della Stampa estera.

«Roma ha bisogno di attenzioni costanti. Di un impegno a tempo pieno. Di donne e uomini pronti a mettere in campo esperienza, concretezza e impegno», si legge nell'introduzione del documento di circa 130 pagine. E ancora: «Quella che siamo pronti a mettere in campo è una strategia di ampio respiro, un progetto condiviso che abbia al centro Roma e che coinvolga associazioni, istituzioni, donne e uomini animati da sano spirito civico. Senza un forte patto con la cittadinanza non esiste un'amministrazione al mondo in grado di risolvere i problemi». La Capitale «ha la necessità e l'ambizione di promuovere una stagione di grande sviluppo, che deve avere però caratteristiche ben precise»: non dev'essere intensivo, deve rispettare e tutelare lo straordinario patrimonio archeologico, valorizzare al meglio le potenzialità del territorio e avere un'attenzione particolare al rafforzamento della coesione sociale, della crescita culturale e del miglioramento dei servizi pubblici.


La «grande sfida», secondo Marchini, è «fare in modo che i cambiamenti promossi dall'amministrazione migliorino la qualità dei cittadini, diano loro benessere, rispondano alle loro motivazioni e ai bisogni». Attraverso il recupero di «buone pratiche già sperimentate» e l'importazione quando necessario di «innovativi modelli collaudati con successo nelle principali metropoli mondiali», l'obiettivo è di «concretizzare l'azione di governo locale attraverso atti di indirizzo dettagliati e puntuali nella loro previsione temporale», che favoriscano: «il recupero del decoro urbano tanto nel centro storico quanto nelle periferie»; il «risanamento delle società municipalizzate», con «il miglioramento della qualità dei servizi e puntuali metodi di controllo affidati anche ai cittadini grazie alle tecnologie digitali»; «la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale anche con il contributo delle importanti realtà economiche, accademiche e sociali». 

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Il Messaggero