Maratona "benedetta" dall'Unesco: in centomila di corsa tra arte e storia

Maratona "benedetta" dall'Unesco: in centomila di corsa tra arte e storia
Una maratona all’ombra della grande storia. Una gara che "viaggia" lungo millenni di arte. E vien da pensare ai due “Corridori” di bronzo della Villa...

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Una maratona all’ombra della grande storia. Una gara che "viaggia" lungo millenni di arte. E vien da pensare ai due “Corridori” di bronzo della Villa dei Papiri ad Ercolano (oggi conservati al Museo archeologico di Napoli), pronti a scattare lanciati verso la vittoria, con lo sguardo concentrato sulla competizione e gli occhi risplendenti d’oro per la fatica fisica quasi eroica. Ecco allora che il senso della corsa per gli antichi (dalla Grecia all’impero romano) sembra rivivere nella tradizione della 23esima Acea Maratona di Roma ai blocchi di partenza. Perché con buona pace di tante altre capitali internazionali di gare podistiche, la manifestazione sportiva capitolina conquista quest’anno il riconoscimento dell’Unesco: sudore, tenacia, passione si contenderanno la meta dei 42,195 chilometri in un percorso da guinness dei primati, “toccando” oltre 500 siti di interesse storico, archeologico e architettonico, che sembrano echeggiare i fasti di uno sport millenario.


PARTENZA E ARRIVO. Basti solo considerare lo scenario che incornicia la partenza: via dei Fori Imperiali, tra l’elegante solennità della Colonna di Traiano e le pendici imponenti del Campidoglio, dove tufo e laterizi duettano con il travertino esuberante del Vittoriano. C’è tutto il cuore della Roma più suggestiva ad accompagnare il “via” (direzione piazza Venezia) dei 16.107 iscritti (più i circa 80mila per la Fun Run non competitiva di 4 chilometri): i fasti dell’imperatore Traiano di cui quest’anno, manco a dirlo, ricorre il diciannovesimo centenario della morte (117 d.C.), e lo spettro di Cesare che “aleggia” sornione sul tempio di Venere Genitrice nel suo Foro. E saranno sempre i Fori Imperiali a celebrare l’arrivo dei concorrenti (in direzione Colosseo). Il tracciato, con circa 7 chilometri di sampietrini, tocca quasi tutti i punti da cartolina di Roma.

PRIMO TRACCIATO. Dopo lo start, la corsa viene salutata dall’Altare della Patria, dalla scalinata vertiginosa dell’Ara Coeli e dalla Cordonata di Michelangelo. Ma ecco che i runner si ritrovano faccia a faccia con il “piccolo Colosseo”, come gli archeologi chiamano il Teatro di Marcello. E mentre si lasciano la leggendaria Rupe Tarpea alle spalle, i corridori attraversano il Foro Boario dove duettano a colpi di grandiosità mozzafiato la chiesa della Bocca della Verità, il tempio di Portuno e quello di Ercole Vincitore (l’Arco di Giano riposa sotto i ponteggi del restauro). Il Circo Massimo con i suoi seicento metri di lunghezza accompagna l’impresa dei maratoneti, che sembra affrontare il Grand Canyon dei Cesari, tra il Palatino e l’Aventino. Via di gran carriera verso Porta San Paolo, per toccare la vertigine lattiginosa della Piramide Cestia tanto cara ad Augusto e proseguire lungo la via Ostiense fino ala basilica di San Paolo. Meta che farà pendant con altri importanti luoghi di culto della Capitale, che la maratona non trascurerà, visto che di lì, si tornerà indietro passando per Trastevere, fino alla Sinagoga.


IL TEVERE. Il Tevere scorterà la corsa degli atleti lungo la rive gauche, fino alla basilica di San Pietro. Facile immaginare i monumenti che saluteranno la competizione da vicino. Dall’Ara Pacis incastonato nella teca di Richard Meier, a Castel Sant’Angelo. Da via della Conciliazione, gli atleti entreranno nel quartiere Prati per conquistare, ricongiungendosi con le sponde del Tevere e Ponte Milvio, leggendario teatro della battaglia tra Costantino e Massenzio, il complesso del Foro Italico. Il fiume sarà il fil rouge della corsa, fino a raggiungere le pendici di Monte Antenne e i confini di Villa Ada, con l’affaccio sulla Moschea. Manca l’ultimo tracciato della competizione, che toccherà l’Auditorium, il quartiere Flaminio, riconquista il Tevere fino a corso Vittorio Emanuele. Eccolo il rush finale nel cuore rinascimentale e barocco di Roma, coronato dal Tridente, con via del Corso, piazza del Popolo, via IV Novembre. Fino a via dei Fori Imperiali. Il sudore, il coraggio, l’eroismo sportivo trionfano all’ombra della grande storia.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero