Bortuzzo, la nuova vita di Manuel: «Adesso voglio un figlio»

Il dolore dopo la reazione. La voglia di combattere, nonostante le ferite. Il sogno di diventare padre. Manuel Bortuzzo, la promessa del nuoto azzurro che a 19 anni è...

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Il dolore dopo la reazione. La voglia di combattere, nonostante le ferite. Il sogno di diventare padre. Manuel Bortuzzo, la promessa del nuoto azzurro che a 19 anni è rimasto paralizzato alla gambe dopo che un commando all'Axa gli sparò «per errore», la notte del 2 febbraio, riparte dalle sue speranze. Manuel non sa cosa significhi la parola arrendersi e vede quella notte come una rinascita.


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«Rinascere. L'anno in cui ho ricominciato a vincere» è il suo libro (edito Rizzoli) presentato ieri alla libreria Feltrinelli alla Galleria Alberto Sordi. A moderare l'incontro, Massimo Giletti che ha rivolto a Manuel parole d'affetto. È un racconto dove vincono i buoni: «perché i cattivi - dice papà Franco - sono un mondo lontano da noi. C'è tutta Roma che ci vuole bene e così anche all'Axa e ad Acilia c'è tanta gente perbene che è dalla nostra parte». È un Manuel diverso quello che appare nel serrato volume autobiografico dove rivela il tremendo sforzo per superare lo choc. Vuole coronare i suoi sogni, tra questi «quello si diventare padre».
 

IL DOLORE
Si paragona a un neonato. «In effetti era proprio come se fossi un neonato incapace di muoversi da solo, privo dei minimi requisiti di autosufficienza», racconta Bortuzzo. Un dramma. «Non solo non riuscivo ad alzarmi, non ero nemmeno in grado di girarmi su un letto matrimoniale: la prima volta che mi hanno chiesto di fare questo esercizio con la fisioterapista che mi spronava e mi diceva: Forza, Manuel, prova a metterti su un fianco, mi sono sentito un uomo a metà. Mi veniva da piangere. Non era solo sconforto, c'era anche rabbia». «Sono uscito dall'ospedale dopo appena due settimane - ha spiegato - Un record, considerando che ero entrato in fin di vita, avevo subito due operazioni e perso l'uso della parte inferiore del corpo. Ma non per me: sono sempre stato abituato a dare il massimo e l'ho fatto anche in questa circostanza.


Non ne potevo più di stare inchiodato a quel letto, di dipendere da qualcun altro in tutto e per tutto». In sala il papà applaude: commosso ammette di non aver voluto leggere nulla prima della pubblicazione del libro per non «influenzare Manuel». È di «quel giorno», della «sfiga», dei suoi vent'anni anzi, 19 più uno e soprattutto della rinascita che Bortuzzo racconta nel libro già record di vendite. «Ho conosciuto l'abisso della disperazione, e ne sono venuto fuori, ora posso dirlo, sulle mie gambe», ha concluso Manuel che sogna di tornare a camminare.
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Il Messaggero