Costretti all'orario ridotto, con i professori che mancano e le lezioni che, di conseguenza, sono effettive soltanto sulla carta. Gli studenti iscritti ai centri professionali...
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LE FAMIGLIE
Al Baldoni, ad esempio, i disagi non sono più sopportabili. «Mancano tantissimi professori - accusa il papà di un'allieva, Andrea Mantovani - e dall'inizio dell'anno nessuno ci ha saputo ancora dire quando le lezioni diventeranno regolari». Gaia, la figlia di Andrea, frequenta il primo anno del Baldoni e sogna di diventare un'estetista. Il suo percorso di studi è articolato in tre anni, a scuola ci va solo per tre ore al giorno: dalle 8 alle 11 o dalle 11 alle 14. In totale, Gaia dovrebbe frequentare annualmente 1.056 ore di lezione per 17 materie complessive, ma all'appello mancano ben 13 docenti. E a non poter partire sono proprio le discipline caratterizzanti il percorso professionale per Estetista. Tra le tante, resta scoperta la cattedra di Laboratorio di trucco (68 ore all'anno), Anatomia dermatologia e igiene (86 ore), Laboratorio estetica (205 ore) e Laboratorio manicure e pedicure (68 ore). Allo stato attuale, dunque, considerato il fatto che le ore mancanti non saranno abbonate, la paura per quasi cento studentesse è quella di dover andare a scuola anche ad agosto per poter passare, poi, al secondo anno.
L'AMMINISTRAZIONE
Il Comune di Roma conosce bene questa defezione che, tra l'altro, si protrae dallo scorso anno scolastico. Tuttavia, l'unica soluzione elaborata dall'ex amministrazione Marino è stata una semplice memoria di giunta con la quale, lo scorso 27 ottobre, l'ex assessore alla Scuola, Marco Rossi Doria e l'ex vicesindaco, Marco Causi, esortavano il dipartimento Politiche delle periferie, sviluppo locale, Formazione e lavoro a dare il via al reclutamento dei docenti esterni inseriti nella graduatoria dell'ultimo concorso pubblico del 2012. Nessuna delibera, dunque, è stata licenziata per ovviare quanto prima al problema. E proprio per questo, i centri professionali paiono destinati ad aspettare ancora settimane - se non mesi - prima di garantire il regolare servizio scolastico che, per legge, spetta agli studenti.
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Il Messaggero