«Tuo figlio sempre connesso». Ma non risponde al cellulare

«Tuo figlio sempre connesso». Ma non risponde al cellulare
L’uso dello smartphone tra i giovani andrebbe studiato meglio. Perché se a casa come era stato predetto è l’estensione del braccio, accompagna le...

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L’uso dello smartphone tra i giovani andrebbe studiato meglio. Perché se a casa come era stato predetto è l’estensione del braccio, accompagna le giornate, finanche sulla penombra del comodino, dato che c’è sempre qualcosa di maledettamente importante da vedere o sapere on line, una volta varcata la porta di casa anche “nonnorimba” risponde di più e prima di un adolescente. 


Ma a che ti serve allora? La domanda risuona nelle case senza cenno di risposta. Mistero insondabile perché se anche la suoneria fosse bassa come è possibile che l’adorato cell non sia a portata di mano e soprattutto d’orecchio? Le mamme s’addannano non si capacitano, squilla e risquilla l’ansia sale, scatteranno ricatti infimi: «la prossima volta chiamo tutti i tuoi amici» o «ti cerco anche su Facebook». La prossima volta il telefono squillerà come sempre, qualcuno continua a chiedersi perché migliaia di ragazzini abbiano sdoganato il regalo del cellulare intorno ai 10 anni, c’è chi lo chiede in quarta elementare, per la Prima comunione. La risposta è giovane come sono loro: il telefono per loro non è il telefono! È tutto, è una finestra sul mondo più o meno virtuale, è l’anti stress, lo stacca spina. Ma per carità non gli chiedete di rispondere. Troppa fatica. 

raffaella.troili@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero