Magliana, imbocca con l'auto le scale della metro: «Credevo fosse un parcheggio»

Ha imboccato con l'automobile una rampa di scale della stazione metropolitana Magliana, credendo che si trattasse dell'accesso ad un parcheggio. È il singolare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ha imboccato con l'automobile una rampa di scale della stazione metropolitana Magliana, credendo che si trattasse dell'accesso ad un parcheggio. È il singolare incidente di cui si è reso protagonista, fortunatamente senza conseguenze per la sua salute, un maldestro cinquantenne a bordo di una Lancia Delta. Intorno alle dieci e mezza del mattino, l'uomo, dopo essere entrato in un'area interdetta al traffico dei veicoli privati, riconoscendo una «P» collocata sopra una stretto passaggio in discesa, ha di fatto parcheggiato l'automobile con tutte e quattro le ruote sui gradini.
Davanti agli increduli utenti della metropolitana, il guidatore è poi sceso dalla vettura dicendo di avere fatto confusione e di aver pensato che si trattasse della rampa di ingresso ad un parcheggio. In effetti, la scalinata porta all'area di sosta dedicata ai passeggeri che lasciano i propri veicoli per utilizzare il trasporto pubblico, ma è riservata al passaggio dei pedoni. Sul posto, sono intervenuti gli agenti della polizia municipale che, oltre a sanzionare con una multa di 40 euro il cinquantenne per essere entrato in un piazzale riservato all'Atac e ai disabili, hanno compilato un verbale dell'incidente inserendo i danni provocati dall'automobilista. Quest'ultimo, in futuro, potrebbe infatti essere chiamato a pagare un risarcimento.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero