La Guardia di Finanza sta eseguendo un provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di circa 20 milioni emesso dal tribunale di Roma nei confronti di presunti...
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Le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale e dal II Gruppo Roma, sono state eseguite nei confronti dei fratelli Fasciani Carmine e Terenzio, ora in carcere. Lo ha reso noto la Guardia di Finanza in un comunicato. Sequestrato il patrimonio aziendale e i beni di 18 società di bar, ristoranti, panificazione, commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari e immobiliare, che si trovano a Ostia, quote societarie, 29 immobili, 5 auto e rapporti bancari. Le indagini hanno preso spunto da due precedenti operazioni eseguite a Ostia.
Per gli inquirenti avrebbero «progressivamente inquinato l'economia legale lidense, attraverso la costituzione e acquisizione di svariate società operanti in diversificati settori, sfruttando numerosi prestanome».
«Obiettivo del clan è stato quello di investire in attività (quali la ristorazione e la gestione di stabilimenti balneari e discoteche) che meglio e più velocemente si prestavano al reimpiego dei proventi illeciti - prosegue la nota - in tale quadro, hanno acquisito numerose realtà imprenditoriali, alcune di recente costituzione, strumentali al mantenimento economico ed una grave egemonia criminale. In definitiva, è stato accertato come tutti gli investimenti societari individuati facessero capo ad un unico 'centro di interessi occultò, gestito da Carmine Fasciani, adeguatamente supportato dal fratello Terenzio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero