Ha ritrattato la sua versione ma un audio della Procura lo smentisce. Colpo di scena al maxiprocesso a Mafia Capitale con l'audizione di Roberto Grilli, testimone-chiave dalle...
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«Disconosco quel che ho detto - ha esordito in aula - Non è vero che Carminati era collegato alla mia attività di traffico di droga. Sono dichiarazioni orchestrate e organizzate dal mio avvocato per ottenere la protezione, un passaporto per rifarmi una vita. Ho dato retta a quel legale, è una cosa di cui mi vergogno, è lo sbaglio più grande della mia vita». I pm Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini hanno letto brani di quel verbale in cui raccontava del ruolo svolto dell'ex Nar nell'organizzazione del suo traffico di cocaina.
I due pm hanno quindi affermato che le dichiarazioni che Grilli stava facendo erano false. «Lo fa perché ha paura?» hanno chiesto al testimone e poi, a sorpresa, hanno messo a disposizione del Tribunale la trascrizione di un audio del 10 giugno 2016 registrato nello studio del suo avvocato. In quella circostanza Grilli afferma che è sua intenzione di ritrattare la sua versione. Per l'accusa, quindi, oggi Grilli ha mentito per paura di ritorsioni nei suoi confronti e dei suoi familiari. Il Tribunale ha quindi deciso di acquisire la registrazione del 10 giugno. Nell'audio, registrato alla presenza della polizia giudiziaria che gli ha notificato la convocazione per l'aula bunker di Rebibbia, Grilli ammette: «sono stato trattato in maniera vergognosa dalla giustizia. Ho perso il lavoro, la salute, ho perso tutto dopo mafia capitale. Io avevo chiesto la protezione per non correre il rischio. Sto come un poveraccio e adesso devo confermare le mie dichiarazioni ... per farmi sparare... Stamo a parlà di Carminati, era meglio che non mi chiamava la Procura». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero