«Giovedì mattina alle 8 porteremo quattro piccole grandi modifiche al codice penale in materia di corruzione». Erano parecchi i soldi che andavano e venivano dalle cooperative...
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«HO SENTITO LA FINOCCHIARO»
Nel frattempo, continuano ad emergere particolari sulla rete che i 70 tra indagati e arrestati erano riusciti a tessere. Su alcuni dei contatti di cui parlano, gli accertamenti del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli sono ancora in corso.
Non è chiaro, ad esempio, se si parli dell'ex capogruppo al Senato del Pd, quando Luca Odevaine spiega a Carmelo Parabita, socio della cooperativa, che con Buzzi vorrebbe gestire il Cara di Mineo, di essere stato contattato dal sindaco di un comune in provincia di Catania. Odevaine: «Ho trovato la telefonata del sindaco di Ramacca... è per la gara (forse di Mineo ndr)». Parabita: «Secondo me ha bisogno di qualche contatto qua con Roma, con i ministeri»; Parabita: «Non ci saranno altre offerte cioè... si so' tenuti tutti alla larga da Mineo perché è troppo complessa». Odevaine: «A me m'ha detto Salvatore Buzzi che è andato a parlare dalla Finocchiaro, e la Finocchiaro gli ha detto ”lascia perde, quella gara è già assegnata”».
Per coprire il giro di pagamenti, molto spesso in contanti, sono fondamentali le fondazioni, alcune delle quali fanno direttamente riferimento ai principali indagati. Tanto più che l'ex ad di Ama Franco Panzironi è tra i fondatori della ”alemanniana” Nuova Italia, ma è anche tra i soci della ”Alcide De Gasperi”, fondata da Giulio Andreotti e che attualmente ha al vertice l'ex ministro Franco Frattini. Secondo l'informativa del Ros, la sede di questa fondazione era il luogo in cui Salvatore Buzzi incontrava Franco Panzironi, ex ad dell'Ama considerato organico all'organizzazione. Durante gli appuntamenti, l'«imprenditore consegnava le tangenti all'ex amministratore pubblico». La sede è tra l'altro particolarmente vicina a quella della Nuova Italia, gestita da Luca Odevaine e collettore di tangenti anche per l'ex sindaco Gianni Alemanno, accusato di aver ricevuto più di 100mila euro.
Anche la rete di protezione dalle intrusioni nemiche era solida.
Il Messaggero