«Discontinuità» chiede Sel al sindaco Marino. Ma una discontinuità radicale. Tanto da mettere in discussione, nell'assedio, la stessa giunta, che non è detto sia «la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A quel presunto sistema di malaffare, cioè, che prende il nome di Mafia Capitale, che rischia di far crollare l'esperienza Marino e quella della sua coalizione. E Sel si interroga: restare, rimanere, star dentro, star fuori. È l'eterno dilemma di un partito, alleato leale ma spesso riottoso del Pd, quello che è andato in scena al Tiburtino, all'assemblea provinciale dei vendoliani di Roma. Che mentre in una stanza ammonticchiano gli aiuti per i rifugiati, nella stanza grande mettono uno sull'altro dubbi, risentimenti, rabbie, proposte.
Che fare? Di certo c'è che come è stato finora non potrà essere più: ma dipende dal sindaco e dall'«azionista di maggioranza, il Pd» lo chiama il coordinatore nazionale Nicola Fratojanni: «Se decide di investire sul rilancio di questa esperienza - aggiunge - noi siamo disponibili» a patto però che si determini «una discontinuità, la ricostruzione di un rapporto con la città. Altrimenti faremo valutazioni diverse». Insomma, è l'ultimatum di Smeriglio, «siamo pronti a riproporre un patto per il governo. Ma non a ogni costo». Bisogna, spiega il vice di Nicola Zingaretti, fissare obiettivi possibili («un piano delle piccole opere») e tempi certi. Organizzare gli stati generali dell'antimafia sociale. Ricucire con i dipendenti pubblici.
L'emergenza casa, la manutenzione dei parchi e delle strade, i servizi sociali. La direzione della concretezza, insomma, indicata oggi dallo stesso Marino: un segnale gradito. E poi non ci si può permettere di lasciare Roma «all'ignominia del commissariamento, a Di Battista, alla Meloni, cioè alla destra che l'ha ridotta così» mette in chiaro Smeriglio. Ma la voglia del taglio, anche formale, è forte. Le consigliere comunali Imma Battaglia e Anna Maria Cesaretti rimettono il loro mandato di presidenti di commissione e gli interventi che parlano di «azzeramento della giunta» sono parecchi.
Nieri s'alza e si difende: «Io porto addosso le ferite del salario accessorio.
Il Messaggero